Il tribunale di Ragusa ha condannato il boss Venerando Lauretta a un anno e sei mesi per minacce, con l’aggravante del metodo mafioso, nei confronti del giornalista Paolo Borrometi. Disposti risarcimenti da liquidarsi in separata sede per le parti civili, e pagamento delle spese per ogni patrocinatore per 1.500 euro ciascuna oltre accessori. “Oggi penso che sia una bellissima giornata per la libertà di stampa – ha commentato Borrometi – la condanna del boss Lauretta che segue quella di Francesco De Carolis e di Giambattista Ventura, rappresenta la testimonianza che nessun clan e nessun boss mafioso può rimanere impunito quando minaccia un giornalista. Ritengo che la condanna, riconosciuta anche l’aggravante mafiosa, così come era accaduto per il siracusano De Carolis, sia un precedente importante e che costituisca la vera vittoria non tanto mia ma di tutti i cittadini che tramite i miei articoli e quelli dei tanti colleghi che vengono minacciati ogni giorno, hanno la libertà di essere informati”.

“Un ultimo pensiero – ha concluso Borrometi – lo voglio rivolgere grato alle forze dell’ordine che mi sono state sempre accanto e alla Procura distrettuale antimafia di Catania che, lo voglio ricordare, appena qualche mese fa ha scoperto l’attentato che stavano organizzando con una autobomba contro me e la mia scorta”. Tutte presenti le parti civili: l’avvocato Vincenzo Ragazzi per Boromeyi e in sostituzione di Nino Caleca per l’Ordine regionale dei giornalisti, Roberto Lobelli per la Federazione nazionale della Stampa, Fabrizio Cavallo ed Enrico Trantino per l’Ordine nazionale dei giornalisti e l’avvocato Sidoti in sostituzione di Vito Cultrera per il Comune di Vittoria.