Tonnellate di plastica dismessa dalle serre nella spiaggia di Marina di Acate, nel Ragusano. La Capitaneria di porto di Pozzallo ha sequestrato 62mila metri quadri di spiaggia nella zona della frazione balneare di Acate. Le dune di sabbia poste sotto sequestro si estendono per sette chilometri e si trovano a ridosso delle serre. Tra i rifiuti ci sono anche paletti in cemento, elettrodomestici, carcasse di piccole imbarcazioni. Un fascicolo, contro ignoti, è aperto per disastro ambientale e discarica abusiva, oltre che per occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo.

Il sequestro del 2016

Parte dell’area demaniale di Marina di Acate era stata già sequestrata nel 2016.

“Ricordo bene quel provvedimento – afferma il sindaco Giovanni Di Natale – da allora, ma anche da molto prima, la questione delle dune è all’attenzione pubblica. Da quando mi sono insediato ho chiesto alla Regione un intervento per il risanamento della zona, delle dune con il materiale residuo delle serre. Ho incontrato i vertici dell’Arpa e l’assessore al Territorio ed Ambiente, Toto Cordaro. La Regione aveva promesso un finanziamento per risanare e recuperare la zona. Ma nell’ultimo finanziamento dell’Arpa regionale sono stati inseriti cinque progetti, due dei quali a Gela, ma Marina di Acate non c’è. So che Acate dovrebbe essere inserita in un prossimo provvedimento”.

Il servizio delle Iene

Nel febbraio del 2021 delle “dune di plastica” di Marina di Acate si era occupata anche la trasmissione “Le Iene“. Nel servizio di Gaetano Pecoraro si mostrava la situazione della spiaggia: non ci sono solo i rifiuti, ma anche le cosiddette “fumarole”, cioè la plastica bruciata: anziché smaltirla correttamente, alcune aziende la compattano e le danno fuoco.

L’affondo del M5S

“E adesso Musumeci cosa farà? Continuerà a nascondere la testa sotto la sabbia, come ha fatto finora?”: lo chiede provocatoriamente, al governo regionale, Stefania Campo, deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars, dopo il sequestro di 62mila metri quadrati della spiaggia di Macconi, a Marina di Acate, nel Ragusano, nell’ambito di un’indagine per disastro ambientale, discarica abusiva e occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo.

Stefania Campo M5S

Stefania Campo

“Ringrazio innanzitutto la Procura di Ragusa per l’operazione – commenta Campo –  grazie alla quale si potrà fare luce su un vergognoso scempio ambientale che si è protratto per molti anni. Tuttavia questo non può essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza per una reale operazione di riqualificazione ambientale. In questo senso la Regione e l’assessorato al Territorio e Ambiente non si sono mai mossi, nonostante anni di interrogazioni e atti parlamentari all’Ars, esposti, sopralluoghi delle autorità e servizi giornalistici, tra cui uno della trasmissione Le Iene, che ha portato l’amara vicenda su una ribalta nazionale.

Anche l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, su nostro input, scrisse una vibrata nota al presidente della Regione Nello Musumeci, per competenza, ma, non ricevendo alcuna risposta, incaricò di una verifica l’ammiraglio Caligiore. Forse Acate, Marina di Acate e Scoglitti non rientrano nel territorio siciliano? Ora che la notizia del sequestro è su tutti i giornali, sarebbe opportuno che il governo regionale portasse finalmente la propria attenzione su questo caso, avviando ogni azione possibile per prevenire nuovi disastri ambientali e recuperare il danno subito dai territori. Serve un progetto pilota con il quale disseppellire per almeno due o tre metri di costa la spiaggia, quantificare la reale entità del danno e iniziare una riqualificazione ambientale di tutta quest’area del Sud-est che è unica nel suo genere, tanto da essere definita ‘fascia trasformata’. Un’area che non può più essere ignorata dalla Regione”.