Il gup del tribunale di Ragusa ha condannato a 6 anni ed 8 mesi di reclusione  Carmelo Chessari, 49 anni, accusato dell’omicidio della madre, uccisa a pugni la madre al culmine di una lite per futili motivi. L’uomo fu arrestato dai carabinieri di Ragusa a seguito dell’aggressione avvenuta tra il 20 ed il 21 aprile del 2019 e fu lo stesso imputato a chiedere soccorso spiegando poi che avrebbe dato solo degli schiaffi alla madre, morta 20 giorni dopo in ospedale.

Una lite motivata dalla circostanza che la madre non gli avrebbe aperto la porta del terrazzo, lasciando fuori il figlio, che dopo essere riuscito ad entrare avrebbe aggredito la donna. Ma l’atteggiamento violento si sarebbe ripetuto ancora una volta fino all’episodio per cui la vittima è morta. Il presunto omicida ha precedenti penali per spaccio di droga ed i sospetti si concentrarono subito su di lui.

A Siracusa, ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione Domenico Agati, 41 anni, siracusano, arrestato dalla polizia poco più di due mesi fa con l’accusa di minacce ed atti persecutori nei confronti dell’ex compagna e dei parenti di quest’ultima. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Meduri, è ai domiciliari, come disposto dal gip del tribunale di Siracusa.  Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa, il quarantunenne, il 5 luglio scorso, piazzò una bomba, poi svelatosi finta, chiusa in una scatola di scarpe, dal quale fuoriusciva un cavo elettrico, e sistemato davanti all’ingresso dell’immobile. L’obiettivo sarebbe stato di intimidire la sua ex compagna per via di una separazione poco digerita.

Il nucleo artificieri della Questura di Catania fece brillare il pacco scoprendo che si trattava di una finzione in quanto venne trovata una batteria di una motocicletta. I residenti della palazzina, per ragioni di sicurezza, furono costretti all’evacuazione. Secondo la polizia Agati avrebbe molestato la ex per ingenerare “timore per l’incolumità propria, e un grave stato d’ansia costringendo” lei e i familiari  a modificare le abitudini di vita. Agati avrebbe inviato “innumerevoli messaggi a contenuto aggressivo; depositato sul parabrezza dell’autovettura in uso all’ ex convivente una bottiglia contenente liquido infiammabile; collocato davanti la porta dell’abitazione della donna una scatola di scarpe, a simulazione di un pacco esplosivo; ed infine si  sarebbe appostato davanti il luogo di lavoro della donna, minacciando ed inseguendo lei e i parenti”.