La Procura di Ragusa ha chiesto 2 anni ciascuno per le due maestre di Vittoria accusate di violenze nei confronti dei loro alunni dell’asilo. A darne notizia il quotidiano on line Ragusaoggi.it. L’operazione scattò nel gennaio del 2020 ed entrambe le imputate, Giovanna Guastella e Giovanna Campailla, erano state mandate a processo con giudizio immediato. devono rispondere di maltrattamenti aggravati e in concorso ai danni dei bambini di una classe. Le due donne furono all’epoca arrestate dalla polizia del commissariato di Vittoria al culmine di un’indagine sulle presunte violenze all’interno di quella scuola.

La ricostruzione degli inquirenti

La Procura, a conclusione delle indagini, confermò il quadro probatorio delle violenze all’asilo che erano stato ricostruito dagli agenti. Ad essere state accertate nei confronti dei bimbi “gratuite ed inaudite violenze fisiche e verbali. Quotidianamente e senza alcun motivo le donne insultavano, umiliavano, spintonavano, strattonavano e percuotevano le povere vittime indifese che ormai, impietrite, sottostavano ai continui maltrattamenti e vessazioni, senza reagire e senza potere, data la tenerissima età – tutti al di sotto dei 3 anni -, neanche raccontare le angherie subite ai genitori”.

Il silenzio all’interrogatorio di garanzia

Davanti al Gip Andrea Reale le due insegnanti, di 62 e 57 anni, non hanno voluto rendere alcuna dichiarazione durante l’interrogatorio. Secondo l’accusa avrebbero insultato, umiliato, spintonato, strattonato e percorso dei bambini indifesi. Nei loro confronti agenti del locale commissariato e della squadra mobile di Ragusa hanno eseguito un’ordinanza del Gip che ha disposto all’epoca gli arresti domiciliari. L’indagine prende le mosse da una segnalazione giunta al commissariato dai genitori di alcuni bambini.

Le telecamere

Più che vere e proprie denunce si trattava di segnalazioni di sospetti, visto che i bambini si limitavano a non volere andare a scuola o ad additare con semplici frasi le maestre. Atteggiamenti che potevano facilmente essere scambiati per piccoli capricci ma che in realtà, secondo gli inquirenti, nascondevano, invece, ben altro. Proprio la credibilità della denuncia presentata ha convinto gli inquirenti a piazzare telecamere di videosorveglianza nelle classi dell’asilo. Le immagini mostrarono quotidiani insulti, spintoni, strattoni e percosse ai bambini senza gravi motivi. La reazione delle maestre scattava ad ogni capriccio dei piccoli. In poco meno di un mese la polizia ha registrato la quotidianità delle due classi prese in esame e poi ha portato il materiale alla magistratura con una relazione di servizio che descriveva la situazione.

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