Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro sono le ipotesi di reato nei confronti di due imprenditori agricoli di Vittoria. Entrambi denunciati alla Procura dalla squadra mobile di Ragusa. Durante verifiche in un’azienda di coltivazione d’ortaggi in serra sono stati trovati 16 operai, tutti stranieri. Nessuno di loro faceva uso di dispositivi di protezione individuale, non indossavano guanti protettivi e scarpe antinfortunistiche. Addirittura, un lavorante calzava ciabatte infradito e altri pantofole in gomma o scarpe da ginnastica.
Ulteriori verifiche
Le verifiche estese anche all’interno di un fabbricato in muratura adibito ad alloggio per gli operai, con tre posti letto risultava in condizioni igieniche precarie. Per le anomalie riscontrate, sono intervenuti gli operatori del servizio di igiene degli ambienti di vita (Siav). Con loro i colleghi del servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (Spresal) dell’Asp 7 di Ragusa.
Un’altra azienda “complice”
Dagli accertamenti eseguiti con l’ausilio delle banche dati informatiche è emerso che tre lavoratori non erano mai stati assunti dall’azienda. Mentre gli altri 13 risultavano assunti da un’altra azienda, dove avevano anche la disponibilità di alloggi. Il controllo è stato esteso anche a quest’ultima azienda dove sono state riscontrate le stesse violazioni riguardo alla vivibilità degli alloggi e altre violazioni relative al rapporto di lavoro.
Altra operazione recente nel centro della Sicilia
Il fenomeno del caporalato in Sicilia è radicato e questa non è certamente la prima operazione che lo testimonia. Nel luglio scorso altra operazione tra il Nisseno e l’Agrigentino dove si è scoperto che i lavoratori erano costretti ad accettare paghe esigue e condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno. E’ l’odiosa scoperta della polizia che, al termine di una lunga indagine, ha permesso di giungere ad un arresto, un obbligo di dimora e alla sospensione emessa nei confronti dei loro sfruttatori. Otto in totale le misure cautelari personali emesse, su richiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta, dal giudice per le indagini preliminari.
Commenta con Facebook