I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, con il supporto del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, al termine di complessa attività di indagine ed analisi documentale, avviata dal mese di maggio c.a., hanno denunciato alle Procure della Repubblica di Agrigento e Sciacca, 77 soggetti italiani e stranieri residenti nell’intera provincia, individuati quali indebiti percettori del beneficio del reddito di cittadinanza.

Anche pregiudicati per mafia

C’era chi lavorava “in nero”, la maggior parte. Ma anche chi era stato condannato o arrestato, qualcuno addirittura per mafia. Sono 77 i denunciati dai carabinieri di Agrigento di indebiti percettori del reddito di cittadinanza. Tra loro 22 stranieri che hanno problemi con la giustizia. Il primato dei denunciati spetta a Porto Empedocle, seguito da Favara e Licata.

C’è chi vinse al lotto o al gratta e vinci

L’attività di controllo, avviata lo scorso maggio, è stata effettuata dai militari del comando provinciale di Agrigento con il supporto del nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro. Le posizioni reddituali e la documentazione fiscale esaminata è stata quella di oltre 4.500 soggetti, su complessivi 50mila che hanno il reddito di cittadinanza nell’Agrigentino, che hanno fatto richiesta del sussidio economico.

Sono state riscontrate molteplici irregolarità nelle autocertificazioni: c’è chi ha omesso di dichiarare d’essere finito nei guai con la giustizia o d’essere stato addirittura condannato, chi ha dimenticato di segnalare che aveva incassato una vincita al Lotto o al Gratta&Vinci e chi non ha riferito che aveva iniziato a lavorare, perché tanto lo stava facendo “in nero”. Gli stranieri, 22 appunto, hanno invece prodotto certificazioni false sulla loro residenza nell’Agrigentino o sul fatto che fossero in Italia da 10 anni.

Due casi emblematici

Tra gli indagati risultano presenti soggetti noti alle forze dell’ordine per i loro trascorsi giudiziari, gravitanti nel mondo dello spaccio degli stupefacenti e dediti a reati contro il patrimonio quali furti e scippi che nel corso dell’attività sono stati raggiunti da provvedimenti restrittivi della libertà personale da parte dell’Autorità Giudiziaria. Emblematici risultano due casi perseguiti: in una circostanza è stato accertato che madre e figlia nonostante lavorassero in una pizzeria del litorale agrigentino di San Leone, percepivano regolarmente il reddito di cittadinanza; mentre a Naro un imprenditore è stato malmenato dall’operaio perché non voleva essere regolarizzato con formale assunzione, ma preferiva continuare a lavorare in nero in modo da conservare il sostegno economico.

Le somme indebitamente percepite ammontano a circa 750mila euro ed è stato attivato l’ufficio dell’Inps per il recupero coattivo della somma e per la revoca del sostegno economico.

Lavoro nero preferito a quello in regola

“In questa provincia si sta soffrendo molto per l’assunzione di camerieri per le attività di ristorazione. Non ce ne sono. E’ impossibile trovare in giro un ragazzo che sia disposto a trovare regolarmente, la gran parte dei ragazzi percepisce infatti il reddito di cittadinanza”. Lo ha detto, durante la conferenza stampa, il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo.

Nell’Agrigentino, su una popolazione di 550 mila persone, sono 50 mila circa i percettori di reddito di cittadinanza . “Nella maggior parte dei 77 denunciati – ha spiegato il comandante della compagnia di Agrigento, il capitano Marco La Rovere – è stato rilevato dolo fattivo, ossia voler mantenere, nel tempo, la doppia remunerazione: quella del reddito di cittadinanza e quella del lavoro in nero”.

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