• Terza aggressione ai danni di un agente penitenziario di Augusta
  • I sindacati denunciano una situazione di grave allarme
  • Appello al capo del Dap per rimuovere il direttore

Terza aggressione in pochi giorni ai danni degli agenti di Polizia penitenziaria in servizio al carcere di Augusta. Lo svelano i sindacati che, come in altre occasioni, puntano l’indice sulla direzione della struttura di cui hanno già chiesto la rimozione.

L’aggressione

Secondo quanto sostenuto da Argento (Uspp), Scarso (Cisl), Di Carlo (Cnpp), Argentino (Cgil) e Bongiovanni (Sippe), un assistente capo, ieri mattina, intorno alle 11,30 è intervenuto per sedare una lite tra due detenuti ma è stato a sua volta aggredito, per cui ha subito lesioni giudicate guaribili in sei giorni dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale Muscatello di Augusta. Il 27 ed il 30 aprile scorsi si sono registrati altri episodi di violenza all’interno della struttura, diventata una polveriera.

L’attacco alla direzione del carcere

“Ormai è palese che all’autorità dirigente della casa reclusione di Augusta stia sfuggendo di mano la gestione dell’ordine e la sicurezza, perché non è possibile che in poco meno di una settimana si siano verificate tre aggressioni al personale, con prognosi che vanno dai sei ai venti giorni. Aggressioni che, ad Augusta si susseguono da oltre 6 mesi” denunciano Argento (Uspp), Scarso (Cisl), Di Carlo (Cnpp), Argentino (Cgil) e Bongiovanni (Sippe), che, nei giorni scorsi, hanno chiesto l’invio degli ispettori ministeriali.

Appello al capo del Dap

I sindacati sostengono che “ormai andare a lavorare alla casa reclusione di Augusta per il personale è come andare in guerra” ed hanno chiesto l’intervento dei vertici dell’amministrazione penitenziaria siciliana che, però, secondo loro, non avrebbe preso in considerazione i loro allarmi e soprattutto la richiesta di rimuovere il direttore, con cui è in atto uno scontro che va avanti da circa un anno.

“E’ necessario un urgente cambio dei vertici. chiediamo ancora una volta al Capo del dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria di intervenire con urgenza visto che in Sicilia il provveditore non sembra tener conto delle continue denunce avanzate” concludono i sindacati.