• Un detenuto ha picchiato un agente in servizio al carcere di Augusta
  • La vittima è finita al Pronto soccorso
  • Nei giorni scorso un altro episodio violento

Nuova aggressione nel carcere di Augusta da parte di un detenuto che ha picchiato un agente di Polizia penitenziaria.  La vittima è stata portata al Pronto soccorso dell’ospedale per essere curata da alcune lesioni ma ancora una volta si registra un episodio che rende sempre più incandescente il clima nel penitenziario, peraltro al centro di una polemica tra alcune sigle sindacali e la direzione amministrativa in merito all’organizzazione del lavoro.

Rottura con il direttore

“Purtroppo, l’attuale autorità dirigente – spiegano in una lettera inviata al Provveditore della Sicilia, Cinzia Calandrino, i rappresentanti della Cgil (Argentino), Cisl (D’Amico), Uspp (Argento), Cnpp (Di Carlo) e Sippe (La Rocca)- dal suo insediamento è sempre venuta meno agli impegni assunti nelle contrattazioni decentrate, da anni ci siamo rivolti ai vari Provveditori che nel tempo si sono susseguiti e che, immancabilmente hanno tentato di spiegare alla stessa che, deve rispettare le norme contrattuali nonché gli accordi pattizi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, che, altro non sono, i rappresentanti dei lavoratori”.

Aggressione nei giorni scorsi

Nei giorni scorsi, un detenuto, di nazionalità straniera, avrebbe provato a colpire prima un agente che è riuscito a divincolarsi. In soccorso della vittima sono intervenuti i suoi colleghi ed uno di questi è stato spinto dal detenuto, poi definitivamente placato e condotto nella sua cella.

Richiesta del Taser

Poco dopo quell’aggressione il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, aveva chiesto maggiori strumenti di difesa per gli agenti di Polizia penitenziaria.  “Riteniamo ormai – diceva il dirigente del Sippe –  che il ministero della Giustizia abbia deciso di non affrontare  il problema, eppure occorre un serio piano di intervento,  adottando misure idonee a mettere in sicurezza il personale ed al tempo stesso consentirgli di potersi difendere da simili gesti. Da tempo il Sippe chiede dotazioni e strumenti utili ad evitare che uomini e donne dello Stato possano “prendere botte” da chi, viceversa, dovrebbe essere tenuto a rispettare le regole e la disciplina all’interno dei nostri penitenziari”.

 

 

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