Fanno già discutere i bandi pubblicati nei giorni scorsi dalla Regione per l’affidamento in concessione dei servizi museali dei Parchi archeologici di Siracusa ed Agrigento.
Le scadenze lampo ed i tempi della burocrazia
Tra gli aspetti più controversi ci sono certamente le scadenze lampo, considerato che le offerte dovranno essere formalizzate entro il 30 giugno, per cui le aziende interessate avranno margini ristretti per preparare i progetti e compiere i sopralluoghi che sono obbligatori. Al netto delle corse sfrenate delle imprese, la tempistica suggerisce che i nuovi concessionari non potranno operare già da questa estate. La burocrazia ha i suoi tempi, per cui la programmazione slitterà di parecchi mesi e se ne riparlerebbe almeno tra poco meno di un anno, al netto di possibili ricorsi ai Tribunali amministrativi, per cui l’ipotesi di una proroga per chi attualmente gestisce i servizi è più che concreta.
La Commissione a Taormina ad un anno dal bando
In questo valzer, si inserisce anche il bando per il Parco archeologico di Naxos Taormina, la cui commissione si riunirà a circa un anno dalla pubblicazione dell’avviso e, come in una singolare costellazione, l’affidamento di questi strategici patrimoni culturali e turistici avverrà in uno stesso spazio temporale.
Il peso della biglietteria, marketing penalizzato
Eppure, andando a scorrere gli stessi bandi, emerge l’autonomia da parte di ciascun direttore dei Parchi che ha scelto parametri diversi per le offerte: così, se per Taormina ed Agrigento, il peso pende dalla parte della biglietteria lo è meno per Siracusa, la cui proposta tiene conto in misura maggiore delle strategie di marketing.
Il bando di Agrigento
Andiamo con ordine: nella gara bandita dal Parco archeologico di Agrigento che vale poco meno di 32 milioni di euro, il maggior punteggio è sull’offerta tecnica e la parte del leone la fa la biglietteria. Scendendo nello specifico, emerge che il criterio di aggiudicazione è “qualità/prezzo” ma l’offerta tecnica pesa per 80/100 punti mentre quella economica di punti ne vale solo 20. Il disciplinare indica due servizi: da un lato la biglietteria e controllo accessi; dall’altro accoglienza, librerie, merchandising ma il valore economico del primo sfiora i 28,8 milioni, assorbendo di fatto il cuore della valutazione.
Promozione e comunicazione marginale
La conseguenza è che la comunicazione e la promozione, che dovrebbero essere strategici per la gestione di un Parco così importante nell’anno di Agrigento capitale italiana della Cultura 2025, diventano marginali rispetto alla biglietteria.
Il bando di Siracusa: piattaforma decisa dal Parco
In merito al bando del Parco archeologico di Siracusa, che un valore economico di 9,7 milioni di euro, il punteggio è 80 tecnico / 20 economico ma nel capitolato i servizi richiesti includono esplicitamente “marketing e promozione” accanto a biglietteria, visite guidate, book-shop e call-center.
Solo che il concessionario dovrà gestire le apparecchiature di biglietteria “fornite dal Parco”, limitandosi a suggerire la tipologia di piattaforma digitale da acquistare. In pratica l’investimento tecnologico resta in capo all’amministrazione mentre al privato spetta l’ottimizzazione del servizio e la spinta commerciale su sei siti distinti: un puzzle logistico non banale da organizzare in 30 giorni.
Il bando di Taormina
Come detto, a distanza di un anno si è insediata la Commissione giudicatrice per il bando per l’affidamento del Parco archeologico Naxos Taormina, con tanto di decreto del 27 maggio scorso, la stessa delle gare di Agrigento e Siracusa, che dovrà scegliere tra le offerte pervenute: il modello di gara ricalca quello agrigentino (ticketing centrale, marketing residuale).
Le preoccupazioni degli operatori e degli stakeholder
L’architettura dei bandi preoccupa e non poco operatori e stakeholder, innanzitutto perché l’alto peso tecnico su ticketing e i tempi ridotti favoriscono i grandi player già presenti in Sicilia. Pende un’altra spada di Damocle, quella dei ricorsi con inevitabili contenziosi, capaci di allungare ancora di più i tempi, ma per le aziende non poter far leva sul marketing comporta un rischio enorme: non intercettare in modo strutturato il pubblico nazionale e internazionale in arrivo per gli eventi del Giubileo 2025 e per Agrigento Capitale della Cultura. E questo farebbe perdere alla Sicilia la sfida culturale e turistica sul mercato globale.
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