Per Bankitalia l’ipotesi di una chiusura della Lukoil avrebbe effetti devastanti per la Sicilia. Lo ha detto all’AGI il funzionario della sede palermitana di Banca d’Italia, Francesco David, a margine della presentazione dall’aggiornamento congiunturale trimestrale dell’Economia regionale elaborato da Banca d’Italia.

Il peso del Petrolchimico

“La Lukoil di Priolo occupa – dice David – direttamente circa mille persone e si arriva a 7500 addetti considerando complessivamente gli occupati dell’area industriale in cui l’impresa è insediata. Sicuramente la sua chiusura avrebbe un impatto negativo sull’economia siciliana. Adesso è difficile quantificare l’impatto economico, ma quello che tutti ci auguriamo e che sembra essere molto concreto è che si trovi una soluzione a questa crisi in atto”. Secondo una prima stima, tratta da una recente pubblicazione di Bankitalia, l’area di Augusta incide per circa il 2.5 per cento del valore aggiunto regionale.

Il 18 tavolo al Mise

“Saremo al tavolo con il ministro Urso per contribuire con spirito costruttivo alla soluzione della vicenda che riguarda il polo petrolchimico Isab Lukoil di Priolo“. Lo afferma il presidente della Regione, Renato Schifani, che conferma la sua presenza al Mise, a Roma, dove il 18 novembre si discuterà della crisi del Petrolchimico di Siracusa, causata dalla vicenda Lukoil, la società italo-svizzera con partecipazione russa proprietaria di due raffinerie a Priolo, a cui le banche negano il credito per comprare grezzo da altri paesi che non siano la Russia. E con il 5 dicembre alle porte, giorno in cui scatterà l’embargo alle importazioni di petrolio, la Isab Lukoil non avrà più prodotto da raffinare.

“Tutelare posti di lavoro”

“L’obiettivo inderogabile della Regione siciliana è la tutela dei posti di lavoro legati allo stabilimento e all’indotto, che la nostra isola non può permettersi di perdere e noi faremo tutto il possibile per difenderli. Questo nella piena consapevolezza che il governo nazionale adotterà ogni iniziativa volta alla positiva soluzione della vicenda” aggiunge il presidente della Regione, Renato Schifani.

Lo scontro tra i sindacati sullo sciopero

Ma è scontro tra i sindacati per via dello sciopero a Siracusa previsto per il 18 novembre, contemporaneamente al vertice al Mise. In realtà, la manifestazione era stata indetta da Cgil, Cisl e Uil prima che il Governo fissasse la convocazione, fatto sta che, con questo nuovo scenario, la Uil Sicilia ha deciso di sfilarsi dalla protesta, preferendo organizzare un presidio a Roma davanti alla sede del Mise.

Le ragioni della Uil

“Questa è una vertenza di rilievo nazionale. Merita, quindi, di oltrepassare – dice la Uil Sicilia – i confini territoriali e raggiungere i luoghi delle istituzioni politiche perché a esse spetta offrire soluzioni concrete e immediate rispondendo anche alle nostre richieste di intervento della Sace e di nazionalizzazione”.

La linea della fermezza di Cgil e Cisl

“Abbiamo accolto con cauto ottimismo – dicono le segreterie di Cgil e Cisl Siracusa – la convocazione del tavolo tecnico al Mise, ma la nostra mobilitazione poggia su una piattaforma più ampia dove la vicenda Lukoil è solo una parte. Il 18 novembre resta la data scelta unitariamente da Cgil, Cisl e Uil per accendere i riflettori sull’intera economia di questa provincia”.

 

 

 

Articoli correlati