“Chiarezza, rapidità e massima semplificazione per ristoratori e avventori, queste devono essere le parole d’ordine in previsione dell’ormai imminente apertura delle attività di ristorazione e bar in Sicilia, seguendo il modello intrapreso dalla regione Emilia-Romagna”.

Lo afferma Giovanni Cafeo, segretario della Commissione regionale alle attività produttive, a proposito della
riapertura delle attività di ristorazione prevista anche in Sicilia a partire dal 18 maggio. “Le linee guida prodotte dall’Emilia Romagna affrontano con la massima chiarezza tutte le criticità che potrebbero affrontare i ristoratori – spiega Cafeo di Italia Viva – elencando in maniera semplice i protocolli da attuare per il personale e i cittadini avventori e favorendo così gli imprenditori nel preparare i loro locali ad un graduale e controllato ritorno all’attività”.

“Il presupposto principale alla riapertura resta la responsabilizzazione del cliente e dello staff – prosegue Cafeo – attuata attraverso un’apposita segnaletica applicata nel locale nonché un’adeguata formazione per il personale di sala e cucina; igienizzazione pressoché continua dei locali, la garanzia di almeno 1 metro tra le persone non conviventi sedute ai tavoli, contingentazione del servizio al bancone, sempre distanti almeno un metro, e dell’accesso ai servizi igienici, incentivazione dei menu digitali nonché della documentazione digitale per i fornitori, predilezione per gli spazi esterni e ricambi d’aria costanti per quelli interni, divieto assoluto di allestimento di buffet e di self service per prodotti non sigillati sono soltanto alcune delle disposizioni concordate insieme alle associazioni di categoria”.

“Piuttosto che restare nell’attuale limbo, anche alla luce del numero nettamente inferiore di contagi da Covid19 nella nostra regione, il Governo adotti le linee guida già stilate dall’Emilia-Romagna – conclude Gioanni Cafeo – dimostrando per un volta responsabilità e buon senso nell’aiutare le imprese della ristorazione siciliana”.

In realtà, il Presidente della Regione avrebbe dovuto definire ieri sera l’ordinanza per bar e ristoranti ma da Roma non sono arrivate le indicazioni con i protocolli di sicurezza per ogni singola attività. In assenza di queste scelte Musumeci non ha intenzione di assumersi la responsabilità di fare un salto in avanti e avviare uno scontro con Roma o magari davanti al Tar come accaduto in Calabria.