- Polemica sulla gestione dei rifiuti tra rimpalli di responsabilità tra Regione e Comuni
- Fari accesi sulle responsabilità dei sindaci
- Un noto ambientalista ritiene che possano esserci profili penali tali da interessare la Procura
Da un lato la Regione, che incolpa le Srr di essere state inadempienti per la gestione dei rifiuti, dall’altro le Srr che accusano l’amministrazione dell’isola dello stesso motivo. In mezzo a queste posizioni, il caos, che rischia di travolgere la Sicilia tra meno di 60 giorni, quando le discariche di Motta Sant’Anastasia, Gela e Siculiana non potranno accogliere l’immondizia dei Comuni della Sicilia orientale.
L’incontro dei sindaci della Srr di Siracusa
Un paio di giorni fa, i sindaci del Siracusano, al termine di un incontro a palazzo Vermexio, hanno presentato un documento, manifestando la loro contrarietà all’aumento della Tari, giustificato dalla Regione per finanziare il costo relativo al trasferimento dei rifiuti fuori dalla Sicilia, ma al tempo stesso hanno preso di mira il Governo dell’isola, chiedendo che fine avessero fatto gli “iter autorizzativi dei vari impianti privati in seno all’ambito della provincia”.
“I sindaci sapevano”
Dura l’analisi sul comportamento dei sindaci della Srr di Siracusa elaborata da Pippo Ansaldi, geologo, noto ambientalista siracusano, ed ex presidente dell’Ias.
“Il sindaco Italia, presidente -dice Ansaldi – di quella inutile società pubblica Srr, ha dichiarato di prendere atto della grave emergenza ed è preoccupato per l’imposizione della Regione a conferire i rifiuti fuori Sicilia. La situazione attuale si ripresenta come tre anni fa (ma è sempre stata così) quando Musumeci, nominato dal Consiglio dei ministri commissario delegato per i rifiuti nel 2018 non sapendo che pesci pigliare, emanò una nuova ordinanza contingibile e urgente”.
Le responsabilità dei Comuni
Secondo quanto afferma Ansaldi, in quel provvedimento della Regione “i Comuni avrebbero dovuto stipulare i contratti con ditte specializzate per trasportare fuori dalla Sicilia i rifiuti in eccesso”.
Inoltre, “avrebbero potuto portare in discarica una quantità di rifiuti pari solo al 70% di quella scaricata fino all’anno scorso. Tutta la quota eccedente sarebbe stata trasferita fuori dalla Sicilia. Altra novità fondamentale: non sarebbe stata la Regione a occuparsi (e pagare) il trasferimento, ma i sindaci e cioè i cittadini” ricorda il geologo ed ambientalista siracusano.
Le promesse della Regione
Nel frattempo “la Regione avrebbe dovuto realizzare le infrastrutture per valorizzare la raccolta differenziata e qualche discarica controllata. Ebbene nulla è stato fatto” spiega Ansaldi. Insomma, lo stallo totale
“L’impianto Tmb a che serve?”
In questa riunione della Srr di Siracusa, i sindaci hanno proposto la realizzazione di un impianto di Tmb, trattamento meccanico-biologico. “Il Tmb – spiega Ansaldi – è un impianto che viene utilizzato per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, che consente di dividere la parte umida (composta dai rifiuti organici per ottenere un compost di bassa qualità da trasferire successivamente in discarica, che non ci sono) e quella secca (carta, vetro, plastica)
“Ma questa separazione viene già fatti dai cittadini con la raccolta differenziata dell’umido per ottenere il compost di qualità e delle frazioni merceologiche più importanti, carta, vetro, alluminio, plastica”.
La posizione della magistratura
L’ultima considerazione è di carattere penale. “Come mai la magistratura, spesso – dice Ansaldi – troppo solerte in casi alquanto dubbi su questa tematica, non ritiene di indagare sulle responsabilità certe di tutti questi amministratori che non hanno fatto per nulla il loro dovere? Questa vicenda è un lucido paradigma della logica perversa con cui la politica siciliana ha affossato questa isola”.
“I controlli sono stati eseguiti”
Sul tema dei controlli, l’assessore ai Rifiuti urbani di Siracusa, Andrea Buccheri, precisa che “negli ultimi anni tutte le tipologie di controlli, ad opera della sezione Ambientale della Polizia municipale, sono nettamente aumentati: 4258 controlli nel 2019, 4894 controlli nel 2020 e 3866 controlli nel primo semestre 2021″.
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