Siglato il nuovo “Protocollo di intesa locale” per la casa di reclusione di Augusta. L’accordo è stato sottoscritto da Fabio D’Amico, coordinatore territoriale della FNS Cisl Ragusa Siracusa, insieme ai colleghi di Cgil, Giuseppe
Argentino, Uil P.A. Antonio Butera e Uspp Salvatore Argento.
Gli articoli
Nei 12 articoli che compongono il Protocollo sono scritte nel dettaglio le regole applicative dell’organizzazione del lavoro del personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Reclusione di Augusta, con l’obiettivo di creare quelle condizioni di pari opportunità̀, di certezze nei diritti del personale. “Non parliamo di mere unità operative all’interno dell’istituto penitenziario, – ha dichiarato Fabio D’Amico – ma di persone che hanno dei diritti e che vanno ascoltate dal Comandante e dal Direttore.
Le tensioni
“Sono stati mesi di trattative serrate e con qualche attimo di tensione – aggiunge il rappresentante della Federazione nazionale sicurezza – Il buon senso è prevalso e tutti gli attori di questa trattativa hanno raggiunto un accordo che garantisce la corretta applicazione delle norme democratiche”.
Protocollo durerà 4 anni
Siglato il Protocollo, che sarà valido per quattro anni così come previsto dal documento regionale, sarò adesso necessaria la sua piena e totale applicazione “anche perché – ha ricordato D’Amico – l’istituto penitenziario non è un ufficio nella quale se manca l’addetto al servizio, “si chiude bottega”, ma l’istituto penitenziario è un sistema
attivo ed operativo 24 H”.
La carenza di organico
Punto dolente resta la gravissima carenza di organico, (circa 70 unità mancati) che si fa sentire a livello di stress legati ai carichi di lavoro. “Non dimentichiamo – aggiunge ancora D’Amico – che allo stato attuale nel penitenziario di Augusta sono ristretti circa 560 detenuti, di cui parecchi con problemi psichiatrici, ed il personale di Polizia Penitenziaria non ha la formazione sufficiente per gestire tali detenuti problematici”. Il sindacato, pur sottolineando l’insufficienza del personale, rimarca l’esigenza di poter creare quelle condizioni di certezza nell’organizzazione del lavoro e nei diritti del personale.
Non firmato da Sappe e Sinappe
“Il PIL sottoscritto, quand’anche non firmato da due sigle (SAPPE e SINAPPE), – conclude Fabio D’Amico – rispetta gli elementi di fatto e di diritto. Abbiamo chiesto alla parte pubblica l’immediata applicazione delle regole stabilite auspicando che le stesse siano applicate conformemente agli accordi sottoscritti. Con la parte pubblica abbiamo anche concordato di rivisitare l’accordo qualora insorgessero variazioni organizzative tali
da rendere inapplicabile qualche articolo dell’accordo stesso discutendo, quindi, eventuali modifiche od aggiustamenti”.
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