Visita nel carcere di contrada Cavadonna, a Siracusa, di una delegazione del Dap, dipartimento amministrazione penitenziaria, composta dal presidente Bernardo Petralia, dal dirigente generale del Prap Sicilia, Cinzia Calandrino, direttore dell’Ufficio risorse materiali e contabilità, Giuseppe Pannuti, dal dirigente dell’Ufficio personale e formazione, Milena Marino. Insieme a loro, il garante dei detenuti del Comune di Siracusa, Giovanni Villari. E’ stato compiuto un sopralluogo nella struttura che porta i segni della rivolta dei detenuti avvenuta nel marzo scorso dopo l’esplosione dell’emergenza sanitaria.

“La visita, prima di un vasto programma che – dice Giovanni Villari –  coinvolge molti istituti di pena, è stata anche occasione per visionare gli ambienti del penitenziario, e soprattutto i lavori effettuati nel blocco 50 interessato dalla rivolta di marzo scorso. I lavori di ristrutturazione del secondo piano, quello visitato, sono stati recentemente completati e a breve anche il primo sarà nuovamente fruibile. Rimarranno i lavori di manutenzione straordinaria al terzo piano, attualmente occupato e destinato alla sezione dei protetti”.

Agli ispettori del Dap sono state mostrate le attività di rieducazione della popolazione carceraria. “Primo di tutti il biscottificio Dolci Evasioni – dice il garante dei detenuti del Comune di Siracusa, Giovanni Villari –  che in realtà è un versatile laboratorio di produzioni alimentari assortite tutte rigorosamente biologiche e tipicamente siciliane. I detenuti lavoravano alle fasi della preparazione e del confezionamento di vasetti di pesto di basilico, coordinati da maestranze esperte e sotto la direzione dei responsabili della cooperativa Arcolaio presente all’interno dell’istituto da molti anni”

“Si è poi passati al laboratorio di tessitoria, con le macchine – dice Villari – per produrre tessuto in cotone erano in piena funzione Anche in questo caso la visione dell’operato dei detenuti e della loro gestione ha generato soddisfazione negli ospiti ai quali sono state illustrate le fasi del processo di produzione. Questo laboratorio ha recentemente realizzato 15.000 mascherine in tessuto di cotone auto-prodotto”