E’ tornato in libertà Giuseppe Dimartino, il funzionario regionale in pensione, arrestato nelle settimane scorse insieme all’ex vicesindaco di Pachino, Aldo Russo, per concussione. La decisione è stata assunta nella serata di ieri dal Tribunale del Riesame di Catania che ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati dell’indagato, Santino Garufi e Corrado Distefano.

Le accuse

Secondo quanto prospettato dalla polizia e dalla Procura di Ragusa i due avrebbero incassato una mazzetta da 25 mila euro da un imprenditore che avrebbe voluto realizzare un edificio a Pachino. Resta ai domiciliari, per il momento, Alfio Russo, la cui difesa, rappresentata dall’avvocato Luigi Caruso Verso, ha presentato ricorso al Riesame la settimana scorsa.

Il legale chiede la revoca dei domiciliari per Russo perché non sussisterebbero più le esigenze cautelari: insomma, stando alla tesi della difesa, Russo non può reiterare il reato o inquinare le prove considerato che non ricopre la carica di vicesindaco, essendo stato sostituito su decisione della sindaca, Carmela Petralito, né quella di consigliere comunale, per effetto della legge Severino.

In merito al pericolo di fuga, difficile, se non impossibile immaginare che Aldo Russo scappi, facendo perdere le sue tracce. La difesa ritiene di avere delle buone carte in mano, inoltre, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Ragusa, nelle ore successive all’arresto, Russo ha fornito la sua ricostruzione dei fatti, chiarendo alcuni punti.

La mazzetta

Russo e Dimartino sono accusati dai magistrati della Procura di Ragusa, che ha coordinato le indagini della Squadra mobile iblea, di aver incassato una mazzetta da 25 mila euro da un imprenditore del Ragusano per consentirgli di poter realizzare un insediamento immobiliare nel Comune di Pachino. Dimartino, interrogato dal gip del Tribunale di Ragusa, avrebbe respinto le accuse, sostenendo di essere stato a Pozzallo, dove sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Ragusa, per accompagnare il suo amico.