I medici dell’Asp di Siracusa hanno eseguito il terzo tampone all’uomo di 36, originario di Messina, residente a Siracusa, che si trova in isolamento a casa. Il paziente sarebbe stato già sottoposto a due test ma il primo, come denunciato dal Codacons che ha presentato un esposto in Procura, sarebbe stato smarrito, dell’altro si sarebbero perse le tracce.
Ieri il trentaseienne ha chiamato l’Asp per avere notizie sul risultato del suo secondo tampone ed a quel punto l’azienda gli ha chiesto di poter fare il test a domicilio. L’uomo ha acconsentito: “Ignoravano avessi già fatto due tamponi. Mi sono arrabbiato. Dopo poco sono arrivati per farmi un tampone diverso, sia orale che nasale”. Questo terzo test sarà gestito direttamente da Asp Siracusa. “Mi hanno detto che avrò il risultato fra 3-5 giorni: dovrò attendere ancora ai primi di aprile per sapere se sono positivo”.
Ieri era stato durissimo il commento sulla vicenda da parte di Bruno Messina, presidente provinciale del Codacons. ”
“L’emergenza che ormai da inizio marzo viviamo – spiega Messina – nel nostro Paese avrebbe dovuto portare a valutare le reali capacità operative dei laboratori scelti per l’analisi dei tamponi in Sicilia e ad estenderne il numero già qualche settimana fa. Adesso si sta cercando di correre ai ripari istituendo altri strutture ma nel frattempo ci sono casi di persone che a distanza di più di 10 giorni dal tampone non sanno se sono affette da coronavirus. Abbiamo appreso dagli esperti – spiega il legale – che i primi sette giorni di malattia sono fondamentali, dunque sapere se un soggetto che ha pochi sintomi è infettato può voler dire salvargli la vita, poiché si può iniziare a curarlo nella maniera adeguata. Per questi motivi riteniamo inaccettabile quanto denunciato dal trentaseienne e chiederemo con un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa di indagare sull’accaduto ”
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