Cinque anni di carcere e le dimissioni dalla magistratura dell’ex pm Giancarlo Longo, accusato di corruzione, non sono sembrate una sanzione sufficiente al gip di Messina che ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dal magistrato nonostante il sì dei pm.
La proposta è di agosto, ma solo ora il giudice si è pronunciato rinviando la trattazione della posizione di Longo a domani, data dell’udienza preliminare del procedimento sul cosiddetto “Sistema Siracusa” in cui il magistrato è imputato insieme ad altre 12 persone.
Il patteggiamento avrebbe evitato i tempi lunghi del processo e avrebbe assicurato comunque, secondo gli inquirenti, una pena severa. Il procedimento nasce da una inchiesta dei pm della città dello Stretto, guidati da Maurizio De Lucia, competenti proprio per il coinvolgimento di Longo che all’epoca delle accuse era in servizio alla Procura di Siracusa.
L’inchiesta ha al centro due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore che per anni avrebbero pilotato inchieste e fascicoli al tribunale di Siracusa per avvantaggiare loro clienti di peso come i costruttori siracusani Frontino.
Anche per Calafiore, che da mesi con Amara collabora con i pm, il gip ha respinto il patteggiamento. Longo, in cambio di mazzette e regali, avrebbe messo a disposizione la sua funzione di magistrato condizionando le inchieste. Con le sue dichiarazioni Calafiore ha portato, a luglio, all’arresto di un ex giudice del Cga siciliano, accusato di corruzione in atti giudiziari e ritenuto un pezzo di quel “sistema Siracusa” finito al centro dell’inchiesta.
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