“Sono 9 le strutture ricettive di Siracusa (6 a quattro stelle e 3 a tre stelle), che resteranno aperte: gli altri alberghi hanno già chiuso i battenti per disperazione e non soltanto per l’ultimo Dpcm”. Lo afferma il presidente di “Noi albergatori Siracusa”, Giuseppe Rosano, il quale evidenzia come «nonostante la gravità dell’attuale situazione, l’associazione abbia voluto garantire un servizio a chi necessita di alloggio per motivi per esempio di lavoro».

Un piccolo messaggio di normalità in una situazione che Rosano non esita a definire “veramente drammatica per il turismo”. E ciò “non meramente perché è ferma l’attività – spiega il presidente di Noi albergatori Siracusa – ma perché non è neanche possibile, in un simile scenario, lavorare sulla progettualità e definire i piani per il futuro, dal momento che non sappiamo cosa ci attende l’anno prossimo”.

“Un anno, quello in corso – rileva Rosano – con una stagione partita tardissimo, a giugno inoltrato, e con scarsissime presenze. Anche nel mese di luglio abbiamo continuato a lavorare a singhiozzo. Soltanto nel mese di agosto si è registrata una decisa ripresa in termini di presenze che si è protratta, parzialmente, nel mese di settembre, per concludere con ottobre che ha segnato un nuovo drastico calo».

Gli ultimi giorni sono stati “contrassegnati da un’affluenza turistica pressoché uguale a zero – continua il presidente di Noi albergatori Siracusa – il 2020 è stato l’anno del bonus vacanze che, se da una parte ha consentito a diverse strutture ricettive di lavorare di più durante l’alta stagione, dall’altra non ha generato per le imprese grandi liquidità da reinvestire, basandosi essenzialmente sul principio del credito d’imposta”.

“La maggior parte delle imprese turistiche è in ginocchio – ancora Rosano – e regna sovrana la preoccupazione: se e quando sarà possibile tornare al lavoro? Forte è inoltre la preoccupazione per gli addetti che operano nel comparto turistico, i pochi stagionali occupati sono già in disoccupazione per l’anticipata risoluzione del rapporto di lavoro. Il restante il 90% del personale fruisce della cassa integrazione”.