Per la prima volta il Comune di Siracusa disporrà di un’anagrafe scolastica, strumento necessario per la messa in atto delle politiche idonee in materia di istruzione e per la lotta al fenomeno della dispersione. Ne danno notizia il sindaco, Francesco Italia e l’assessora all’Istruzione e diritto allo studio, Teresella Celesti.
Il fenomeno
Numeri allarmanti quelli della dispersione scolastica in Sicilia che è quasi il doppio della media nazionale. Suonano l’allarme i sindacati sui numeri considerati come “Drammatici” i dati del Rapporto pubblicato da Save The Children.
I dati della Cgil
“È drammatico il dato sulla dispersione scolastica in Sicilia, pari al 21.1%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale del 12.7 % e ancora più lontano dal livello fissato dal Consiglio dell’Ue del 9% da raggiungere entro il 2030”, dice Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia, commentando i dati.
Gli elenchi
Secondo quanto fanno sapere dal Comune di Siracusa, l’Ufficio anagrafe “è già al lavoro per stilare l’elenco di tutti bambini che, compiuti i sei anni, entrano nell’età dell’obbligo scolastico. Tale elenco, a settembre, sarà fornito ai dirigenti degli istituti comprensivi siracusani che così disporranno di uno strumento per verificare l’assolvimento del diritto-dovere allo studio”.
Intercettare chi lascia gli studi
“Con l’anagrafe – spiegano il sindaco Italia e l’assessora Celesti – avremo contezza della leva scolastica delle scuole primarie e secondarie di primo grado riferita ai nati nel 2017. Ciò consentirà di conoscere chi deve iscriversi e di intercettare non solo chi abbandona la scuola ma anche chi non viene mai iscritto dai genitori. Le istituzioni hanno il dovere di non lasciare bambini indietro e di fare in modo che tutti possano accedere all’istruzione. La Sicilia, purtroppo, è tra le prime regioni in fatto di abbandoni, fenomeno contro il quale i comuni sono chiamati ad adottare delle contromisure”.
Il protocollo firmato a Siracusa
Nei mesi scorsi, a Siracusa, è stato firmato un protocollo tra diverse istituzioni pubbliche con l’obiettivo di aggredire e ridimensionare il fenomeno.
Tra gli strumenti individuati per contrastare la dispersione scolastica, c’è la sospensione o addirittura la revoca del reddito di cittadinanza nei confronti di quei genitori, percettori del sussidio, che non si curano di mandare i figli a scuola.
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