“Tra le scuole di Palermo escluse dai contributi della prima tranche dei fondi del Pnrr, stanziati dal governo per il contrasto alla dispersione scolastica, ci sono inspiegabilmente alcuni istituti emblematici che operano nei contesti più difficili e a rischio della città, come l’Istituto comprensivo Giuliana Saladino al Cep e lo Sperone Pertini a Brancaccio, e altre  comunità scolastiche impegnate altrettanto attivamente da anni nel contrasto alla dispersione scolastica, come l’Ic Lombardo Radice, che ora comprende anche la Nuccio Verga di Ballarò, con migliaia di alunni. Queste scuole non hanno preso neanche un euro. C’è qualcosa che non va nei criteri adottati”.

A dichiararlo sono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino, che hanno inviato stamattina una richiesta di incontro al prefetto di Palermo per rappresentare le anomalie rilevate nella distribuzione dei fondi, che premiano anche alcuni licei e scuole secondarie della città dove il problema della dispersione è meno rilevante –  con fondi che in totale vanno dai 72 ai 500 mila euro – mentre vengono completamente tagliati fuori istituti comprensivi dove il disagio sociale nelle fasce di alunni di  minore età è più che noto.

Ridulfo e Cirino “Dubbio sugli indicatori”

“Parliamo di fondi destinati alla prevenzione della dispersione scolastica, fenomeno che coinvolge innanzitutto la dimensione di vita sociale e i contesti a rischio degli alunni dei quartieri periferici – aggiungono Ridulfo e Cirino – il criterio adottato dal decreto parla di ‘dispersione implicita’ e prende in considerazione i dati rilevati dall’Invalsi nelle prove di italiano e matematica. Il dubbio è che questi indicatori, per la disparità evidente e scandalosa emersa, che ha lasciato alcune scuole di frontiera fuori, non rispondano alle necessità”.

E continua: “Al prefetto chiediamo la possibilità di rimodulare i criteri utilizzati o di prevedere degli stanziamenti per le scuole escluse. Ci sono scuole negli stessi quartieri a rischio che prendono 368 mila euro e altre zero. E salta agli occhi, tra le scuole finanziate, la disparità evidente tra scuole di frontiera che prendono in proporzione pochissimo, 74 mila euro, come la Falcone allo Zen   e licei e istituti magistrali che prendono più di 300 mila euro”.

Catania e Di Bartolo “Evidente errore, chiediamo revisione decreto”

I dirigenti scolastici Giusto Catania (istituto comprensivo Giuliana Saladino) e Antonella Di Bartolo (istituto comprensivo Sperone- Pertini) scrivono una nota a tal proposito.

Si lege: “Appare alquanto strano che gli istituti comprensivi Giuliana Saladino e Sperone-Pertini, che operano in territori particolarmente difficile come San Giovanni Apostolo-Cep e Sperone, siano stato esclusi dal riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non comprendiamo le ragioni di una simile esclusione, paradossalmente paghiamo il fatto che in questi anni abbiamo attivato processi virtuosi, dimostrando che è possibile abbattere l’evasione scolastica con l’impegno quotidiano. Ma continuiamo a ritenere importante che le scelte faticose di questi anni abbiamo un riconoscimento da parte dello Stato al fine di dare continuità all’azione nel territorio”.

E proseguono: I quartieri San Giovanni Apostolo – Cep e Sperone sono realtà sociali molto complesse nelle quali la scuola rappresenta l’unica presenza costante e visibile dello Stato. Non spetta a noi entrare nella valutazione del Ministero dell’istruzione tuttavia riteniamo che vi sia un evidente errore materiale da parte del Ministero. Altre ragioni non sarebbero comprensibili. Nei prossimi giorni chiederemo un incontro al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale al fine di chiedere una formale revisione del decreto a firma del Ministro Bianchi”.