• Bocciatura del progetto di riqualificazione dell’ecomostro di Siracusa
  • La posizione dell’ex Soprintendente Vera Greco
  • Il Comune intende spendere 60 mila euro per la riconversione della struttura

Bocciato dall’ex Soprintendente Vera Greco il progetto di riqualificazione del parcheggio Talete, l’ecomostro in cemento armato che si staglia sulla costa di Ortigia, il centro storico di Siracusa. Gli interventi, per un costo di circa 60 mila euro, sono finanziati dal Comune di Siracusa ma sono al centro di un dibattito in città.

La fruizione del mare

L’ex funzionaria regionale, che adesso è segretaria della Sezione Sicilia dell’Associazione italiana di Architettura del Paesaggio, sposa l’idea di un Comitato di cittadino che spinge per la demolizione della copertura del parcheggio per consentire la fruizione della Marinella.

La riqualificazione

Secondo quanto sostenuto da Vera Greco, sarebbe utile mantenere il parcheggio sotterraneo e realizzare, allo stesso tempo, “un intervento di riconquista del rapporto col mare con una passeggiata, un lungomare da cui si possa avere l’accesso per la balneazione, e con spazi per il tempo libero, e la socializzazione, può diventare la rinascita di un pezzo di città che riconquista una straordinaria qualità della vita dei residenti e dei visitatori” dice Vera Greco.

Il progetto del Comune

Per l’assessore alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata, “padre” del progetto contestato da Vera Greco, “l’obiettivo del progetto è di integrare la facciata del parcheggio con il contesto smagliante dell’ambiente urbano in cui l’opera é inserita, mitigando l’ingerenza estetica dell’attuale impatto visivo del prospetto attraverso la capacità artistica di reinterpretarne la superficie, ricreando sul muro i colori tipici della pietra di Siracusa”.

“Idea del Comune non sostenibile”

L’ex funzionaria regionale, in merito al progetto lo boccia così: “Esso infatti non è sostenibile neanche dal punto di vista energetico ed ambientale, richiedendo onerosi e permanenti interventi di gestione quali il ricorso ad irrigazioni continue con consumi di energie e risorse naturali per mantenere in vita tutte le piante in vaso, altrimenti destinate alla morte, con impegni e appesantimento del già fragile servizio di manutenzione del verde cittadino, per non parlare dell’acciaio corten, fortemente sconsigliato per luoghi vicini al mare”