Sarà, con molta probabilità, una sfida a due a Solarino, un piccolo Comune del Siracusano, per la corsa a sindaco.

La sfida

Da una parte l’uscente, Peppe Germano, reduce da una mozione di sfiducia, e vicepresidente regionale di Noi Moderati, il partito di Saverio Romano, federato con la Dc di Cuffaro, dall’altra, Tiziano Spada, deputato Ars del Pd, che avrebbe ormai sciolto la riserva sulla sua candidatura, praticamente è solo una questione di ore.

L’incontro del Pd a Solarino, si corre senza lista ufficiale

Ieri, c’è stato un incontro nella sede del Pd  di Solarino, sollecitato dal neo segretario provinciale dem, Piergiorgio Gerratana, per individuare il percorso in viste delle elezioni che si terranno in primavera ma alla fine, stando ad alcune indiscrezioni, si sarebbe deciso di non partecipare alla tornata amministrativa con il simbolo del Pd. Sarà un confronto tra liste civiche ma dal significato politico, in chiave prettamente siracusana, molto importante.

I rischi di Spada

Chi rischia in questa partita è Tiziano Spada, peraltro reduce da uno scontro durissimo in occasione del congresso provinciale, la cui area è arrivata dietro alla corrente Schlein, che ha espresso il segretario e deciso la gran parte della cariche negli organismi di partito.

Lo zampino di Carta

Nello stesso partito democratico, in molti hanno storto il naso per le modalità con cui si è giunti all’ipotesi Spada candidato a sindaco di Solarino, frutto di una mediazione tra il gruppo spadiano e dell’amico Marco Carianni, che aveva un nome, quello di Giuseppe Oliva, e quello del parlamentare regionale, Giuseppe Carta, che, a sua volta, contava sulla discesa in campo di un preside, Enzo Lonero.

La decisione

Da qui, secondo autorevoli fonti, si è concretizzata la richiesta a Spada di  sfidare l’uscente Germano ma nei giorni scorsi il segretario provinciale del Pd ha chiarito che accordi con Carta non sarebbero stati graditi, almeno alla luce del sole. Forse, per questo si è pensato, strategicamente, a non presentare una lista con il marchio del Pd. I fedelissimi di Spada insistono sulla sfida civica e non partitica, del resto, nella loro tesi, in una piccola comunità l’idea di un confronto tra schieramenti fortemente ideologizzati è impraticabile.