La parola d’ordine, anche nella Fase 2, è: rispettare le distanze per ridurre il rischio di contagio da Covid19.  Una precauzione che non è stata adottata nell’area della pista ciclabile di Siracusa dove le foto hanno mostrato assembramenti pericolosi tra persone. Un caso analogo è scoppiato in un altro Comune, a Ferla, nella zona montana del Siracusano, uno dei borghi più suggestivi della Sicilia orientale. A denunciare questa situazione è lo stesso sindaco, Michelangelo Giansiracusa, che ha raccontato quello che ha visto poco dopo essere rientrato a casa al termine di un incontro con gli altri sindaci della zona montana. Lo stesso primo cittadino, qualche ora prima, aveva ricevuto dei messaggi da parte di alcuni  abitanti che segnalavano la presenza di tanti giovani riuniti nel centro storico non mantenendo le distanze, impegnati a fare selfie.

“Mi è bastato attraversare con la mia auto – ha detto il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa – il centro storico per rendermi conto che la realtà era molto peggio di quanto mi venisse segnalato oggi. Non sono un medico, non posso fare alcuna previsione circa i rischi reali di contagio. Una cosa è certa, sin dall’inizio del diffondersi del Covid19 mi sono impegnato insieme a tutta l’amministrazione, senza risparmiarci un solo istante, per informare, per assistere e per far rispettare le regole al solo fine di proteggere. Continueremo a farlo con passione, amore e fermezza, ma stasera sono profondamente deluso. Sono deluso ed amareggiato”.

Fino a domenica 3 maggio tante erano le regole -ha detto il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa –  e le privazioni alla nostra socialità. Siete stati molto bravi nel rispettarle. Ora le regole sono molte di meno, serve buon senso e non comprendo per quale cavolo di ragione dobbiamo mettere in pericolo la nostra salute e quella dei nostri cari. La fase 2 è una fase di rigore. Non è un libera tutti.Laddove questo messaggio non sarà compreso, fioccheranno le sanzioni da parte delle forze di polizia locale”