La nomina di Salvo Coletta come commissario provinciale di Fratelli d’Italia rafforza la convinzione che il maggior partito di Governo a Siracusa conta poco o nulla. Non in termini elettorali, considerato che nelle ultime amministrative in città i meloniani sono stati i più votati ma in termini di rappresentanza politica.
Le dimissioni dei siracusani
D’altra parte, sempre nel capoluogo, nelle ore successive alla proclamazione dei consiglieri, due di quelli eletti in FdI lasciarono il gruppo e di recente da FdI se ne è andato anche Damiano De Simone, per cui la pattuglia in aula si è ridotta a due consiglieri, di cui uno Paolo Cavallaro non certamente vicino al leader vero, il parlamentare nazionale, Luca Cannata. E poi nei giorni scorsi, di colpo hanno gettato la spugna il presidente provinciale, Peppe Napoli, il coordinatore cittadino, Ciccio Midolo, ed altri due siracusani.
Le chiavi del partito le ha Cannata
Il partito, per “tappare” la falla ha nominato, con tanto di lettera di Giorgia Meloni, Salvo Coletta commissario a Siracusa, lo stesso che riveste l’incarico di presidente del Consiglio comunale di Avola, carica assunta dopo le dimissioni, da presidente dell’assemblea avolese, di Luca Cannata.
Perché non si è puntato su un siracusano?
E la scelta su Coletta testimonia chi ha le chiavi del partito ma in tanti si chiedono perché mai, a fronte di una situazione ribollente a Siracusa, non si sia deciso di coinvolgere un siracusano per provare a mettere un argine all’emorragia politica nel capoluogo. Probabilmente, non ci sono nomi su cui puntare, poteva essere Paolo Cavallaro il prescelto, forse, però sconta la sua “distanza” da Cannata.
FdI resta, dunque, un partito piegato su Avola, Comune, peraltro amministrato da Rossana Cannata, sorella del parlamentare nazionale ma dall’alta parte della bilancia c’è l’area nord, rappresentata da Carlo Auteri, vicino al console siciliano di FdI, Manlio Messina.
Forza Rosolini
Ma non è che negli altri partiti ci siano leader politici siracusani di spessore. Prediamo Forza Italia: il riferimento politico è il rosolinese Riccardo Gennuso. E quando un anno fa il tavolo del Centrodestra decise di puntare, per la corsa a sindaco, su un candidato forzista, Gennuso fece di tutto per candidare Ferdinando Messina, ex presidente del Consiglio comunale, falciando la corsa di Edy Bandiera, reduce dall’esperienza di assessore regionale nel Governo Musumeci, poi dimessosi polemicamente da Forza Italia ed ora vicesindaco di Francesco Italia.
La Dc di Cuffaro
Pure la Dc di Totò Cuffaro parla poco siracusano e dopo il pessimo risultato alle amministrative ha deciso di riorganizzarsi, affidandosi a Salvo Andolina, assessore alla Polizia municipale di Avola, con un passato da consigliere provinciale, a Giuseppe Castania, ex sindaco di Francofonte, e Sebastiano Brancati, unico siracusano, figlio di Nitto Brancati, ex deputato regionale ma il ruolo di leader lo ha certamente Andolina, su cui Cuffaro ha riposto le sue speranze.
Il caso del Mpa
Il Mpa è “monopolizzato” da Peppe Carta, sindaco di Melilli e deputato regionale, che, però, ha scelto due siracusani nel coordinamento provinciale e cittadino: Roberto Di Mauro, padre dell’attuale presidente del Consiglio comunale di Siracusa, e Luciano Aloschi.
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