E’ un uomo di 33 anni, Vincenzo Di Giovanni, il fermato accusato di essere il presunto autore dell’omicidio del 17enne Paolo Mirabile vittima dell’agguato avvenuto il 4 dicembre.
L’obiettivo era il padre del 17enne
Dalla visione delle immagini, è emerso che l’obiettivo dell’attentato non era il 17enne, bensì il padre e che il giovane era stato colpito alla testa, a causa di una tragica fatalità, solo perché si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato, in quanto era seduto di fianco al genitore all’interno della macchina mentre venivano esplosi i colpi di arma da fuoco.
L’omertà attorno alla vicenda
Il provvedimento cautelare è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Siracusa a termine delle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, rese ancor più complesse dal muro di omertà eretto dall’intera comunità nomade cui appartengono sia la vittima che l’uomo tratto in arresto e che non ha offerto alcuna collaborazione.
L’indagato era sparito
I militari, infatti, sono riusciti ad individuare e localizzare in pochi giorni l’uomo che aveva fatto perdere le proprie tracce sin dalle prime ore successive la sparatoria.
La ricostruzione del delitto
Le indagini hanno avuto una svolta grazie ai rilievi tecnici effettuati dai Carabinieri che, giunti sul posto poco dopo la sparatoria del 30 novembre 2021, si sono resi immediatamente conto che la scena del crimine era molto più ampia e complessa di quanto poteva apparire e che non era compatibile con quanto raccontato persino dalla madre e dai familiari della vittima.
Autore filmato dalle telecamere
I carabinieri, nel corso dei sopralluoghi sul luogo dell’agguato, hanno individuato non solo alcuni bossoli e numerose bottiglie di alcolici. C’erano anche delle telecamere che avevano ripreso tutte le fasi precedenti e successive alla stessa, immortalando finanche l’autore mentre esplodeva più colpi d’arma da fuoco.
L’agguato a causa di una lite
Le telecamere acquisite hanno permesso di appurare che l’omicidio era giunto a seguito di un litigio, alimentato verosimilmente dall’eccessivo abuso di alcolici, tra il padre della vittima e il presunto omicida, peraltro alla presenza di numerose persone, alcune delle quali, successivamente escusse dagli inquirenti, hanno addirittura negato di essere presenti al momento del delitto.
Nonostante tutto, gli investigatori sono riusciti a identificare il presunto autore, a localizzarlo e a trarlo in arresto mentre tentava, verosimilmente, di trovare rifugio presso alcuni componenti della comunità nomade netina.
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