La gestione del servizio idrico nel Siracusano sarà pubblico dopo il voto dell’Assemblea territoriale idrica della provincia (Ati). Sulla questione è intervenuta la Uiltec che mostra qualche perplessità sui nuovi assetti ed al tempo stesso avanza delle ipotesi, tra cui quella del coinvolgimento dei privati.
“Per la Uiltec occorre un grande progetto a favore- dice il segretario generale Seby Accolla – di una gestione delle acque che tenga conto delle nuove tecnologie e che coinvolga tutte le parti in un sistema virtuoso di gestione industriale. Serve determinare un sistema dove l’investimento sulle infrastrutture venga premiato con gradualità ma con certezza, attraendo capitali privati e pubblici e generando ricchezza”.
E poi c’è la questione dei lavoratori, quelli della società private che gestiscono il servizio idrico nel Siracusano
“La “scatola” deve contenere la risorsa più preziosa di tutte, il capitale umano, costituito – dice Accolla – da tutti i lavoratori impiegati attualmente nelle singole gestioni dei comuni, compresi i lavoratori ex Sogeas e tutti quelli lasciati indietro dal fallimento della vecchia gestione Sai 8. Non si può infatti costruire alcun sistema di gestione virtuoso prescindendo da quel capitale umano che possiede il know-how, l’esperienza e la competenza attorno a cui, tassello dopo tassello, va riformato l’intero sistema idrico”.
La Uiltec ha la sua ricetta per la gestione del servizio idrico. “Occorrono aggregazioni societarie, migliorare servizi e investimenti infrastrutturali, è necessario basarsi sull’innovazione tecnologica digitale e sulla manutenzione preventiva della rete. In tal senso è auspicabile un patto tra governo, imprese e sindacato per emancipare il sistema idrico integrato del Paese.
” In merito al servizio idrico, c’è un forte ritardo rispetto alle scadenze imposte dal Governo Regionale e dal Ministero dell’Ambiente, pena il rischio di perdere le risorse economiche per gli investimenti riguardanti il
periodo 2021-2027, dovuto all’immobilismo burocratico della neostruttura Ati e di chi era stato commissionato a redigere il Piano d’Ambito. Appare evidente che ogni atto costitutivo dell’Ati della provincia di Siracusa sia il risultato estremo dettato da scadenze imposte e minacce di commissariamento da parte del Governo Regionale alla fine attuato, ma senza i risultati sperati”
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