E’ diventato un caos un filmato realizzato da un videomaker siracusano trasmesso nelle settimane scorse sulle reti Rai e sul sito di Palazzo Chigi per promuovere l’Expo G7 dell’Agricoltura che si terrà a Siracusa dal 21 al 29 settembre. Il filmato, che è un collage di immagini della città di Siracusa con un sottofondo musicale, è stato improvvisamente rimosso a seguito di una protesta dello stesso autore, Gabriele Vinci, che ha chiesto il ritiro dello spot per via dei tagli che sono stati impressi senza il suo consenso.
Il video
Il video, della durata di 60 secondi e sceso a 18, ma ad innescare questa controversia è stato un corto circuito tra lo stesso videomaker, il Comune di Siracusa ed il ministero dell’Agricoltura. Della vicenda se ne è occupato il giornalista Carmelo Maiorca su la Civetta di Minerva fino a finire sui media nazionali, come il Fatto quotidiano, con un articolo di Saul Caia, ed il Corriere della Sera.
Il corto circuito tra Comune e Ministero
Secondo quanto emerge nella ricostruzione fornita dall’autore, il video era stato realizzato circa due anni fa per promuovere la candidatura del Comune di Siracusa a Capitale italiana della Cultura nel 2024. Nelle settimane scorse, al ministero dell’Agricoltura è arrivato quel video, fornito dallo staff dell’amministrazione comunale del sindaco Italia: i tecnici del ministro Francesco Lollobrigida hanno lavorato quel filmato, decidendo di asciugarlo portandolo a 18 secondi.
I diritti dell’autore
Il nuovo formato non è passato inosservato e così il videomaker, attraverso il suo legale, ha reclamato i suoi diritti, chiedendo, il 15 luglio scorso, la rimozione di quello spot. Cosa che è avvenuta ma si aperta immediatamente una polemica ed il ministero dell’Agricoltura ha fatto sapere di aver ricevuto il video dal Comune di Siracusa con tanto di liberatoria del sindaco, Francesco Italia, che, peraltro, ha rilanciato sui suoi canali social il video originale. Lo stesso primo cittadino ritiene di avere agito in buona fede ed il ritiro dello spot è stato deciso per motivi precauzionali.
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