“Quanto brucio solo i rovi della Cava… perché sennò chi li deve bruciare i rovi della cava?” E’ uno stralcio di una conversazione tra alcuni degli indagati, 5 in tutto, accusati dalla Procura di Siracusa di essere gli autori di alcuni incendi scoppiato in alcune zone naturalistiche del Siracusano, tra cui Cavagrande, ricadenti nel territorio di Avola.

La mano dei pastori

I roghi, stando alla ricostruzione dei magistrati, sarebbero stati ideati ed appiccati da pastori con la complicità di un uomo, titolare di un’area parcheggio privata a disposizione dei turisti che si recano nella zona a visitare le bellezze
naturalistiche.

“A tutti banni focu resi”

“Una volta la puliva il vecchio, poi la pulivo io.. una volta tutta l’ho pulita io… a tutti banni focu resi” continua uno degli indagati, ammettendo di essere l’autore di quei roghi che hanno rischiato di incenerire una zona di pregio naturalistico.

Chi sono gli indagati

Gli indagati sono tutti residenti nel Comune di Avola e sono stati indagati a piede libero. Hanno rispettivamente 38, 44, 58 e 83 anni, tra cui 3 pastori ed il parcheggiatore.

Il dipendente del Comune di Avola

Non ha appiccato i roghi ma nell’inchiesta è rimasto coinvolto un dipendente del Comune di Avola. E’ accusato di aver omesso di predisporre e di sottoporre al Consiglio Comunale la Delibera per l’aggiornamento del “catasto degli incendi boschivi” finalizzato proprio a limitare gli interessi economici sulle aree già percorse dal fuoco, ed a permettere la naturale ricostituzione della vegetazione” dicono dalla Questura di Siracusa.

Il percorso giudiziario

Il prossimo passo che compiranno i magistrati, coordinati dal Procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, sarà di chiedere al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa la richiesta di rinvio a giudizio per i 5 indagati. Spetterà poi al gip decidere se disporre il processo.