Gli ambientalisti sono certi: l’incendio alle Ecomac, l’azienda che gestisce lo smaltimenti dei rifiuti Priolo ed Augusta ha causato l’inquinamento da diossina. A svelarlo, secondo il coordinamento Punta Izzo Possibile Augusta, Legambiente Augusta e Natura Sicula onlus, sono i risultati dei campionamenti dell’Arpa relativamente alla presenza di diossina e furani.

I valori della diossina rilevati da Arpa

“Le conclusioni dei tecnici rivelano che i valori di questi pericolosi microinquinanti superano di oltre 4 volte il valore guida indicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità per gli ambienti urbani e del 50% il valore guida per le aree industriali” anche se, secondo gli ambientalisti, non sono stati indicati  “i rischi per la salute delle popolazioni, né
sull’opportunità di indagini ambientali su acque superficiali e sotterranee, suoli, pascoli e prodotti ortofrutticoli e di origine animale di competenza delle autorità sanitarie”.

Controlli a Priolo e Melilli ma non ad Augusta

Nell’analisi degli ambientalisti l’attenzione è focalizzata sui controlli, effettuati solo a Priolo e Melilli ma non ad Augusta. “Nessun prelievo tramite canister è stato effettuato nella zona di Augusta, malgrado sia probabilmente questa la cittadina più colpita dalla nube nera sprigionatasi dal rogo”.

“I sindaci non hanno informato la popolazione”

Natura Sicula, Legambiene e Punta Izzo Possibile criticano il comportamento dei sindaci dei Comuni interessati dal rogo, da cui si è poi sprigionata la nube.

“I rilievi di Arpa su diossine e furani, già il 9 settembre scorso, erano stati – scrivono gli ambientalisti – trasmessi ad Asp, Prefetto, Protezione civile, Vigili del fuoco nonché ai Comuni di Siracusa, Augusta, Priolo e Melilli. Ad oggi, tuttavia, nessuno dei sindaci è intervenuto per informare direttamente i propri concittadini, né a mezzo stampa o social né attraverso la sezione “informazioni ambientali” dei rispettivi siti istituzionali”.

Gli ambientalisti accendono i riflettori sulla gestione della piattaforma dei rifiuti, “per cui hanno chiesto alle autorità locali (ASP in primis), regionali e nazionali “di dare doverosamente avvio ad una indagine ambientale e sanitaria che, a partire dalla vicenda Ecomac, analizzi approfonditamente e costantemente tutte le matrici ambientali, l’attuale stato di disagio e i rischi e gli effetti sulla salute umana che la presenza di queste pericolose sostanze comportano e ciò al fine di attuare misure di risanamento, di prevenzione e di tutela della collettività”