I consulenti del gip del Tribunale di Siracusa hanno compiuto un sopralluogo negli impianti della Versalis, l’azienda del gruppo Eni, incastonata nel Petrolchimico di Siracusa. Gli accertamenti sono legati all’inchiesta sul trattamento dei fanghi della zona industriale nel depuratore Ias di Priolo, posto sotto sequestro dal giugno dello scorso anno.

L’inchiesta della Procura

Secondo i magistrati della Procura, che hanno in mano il fascicolo per disastro ambientale, il depuratore non assolve bene alle sue funzioni, al punto da scaricare in acqua sostanze altamente inquinanti. Il gip, nei mesi scorsi, ha disposto l’incidente probatorio sull’impianto sequestrato per verificare se è in grado di trattare i reflui civili, provenienti dai Comuni di Priolo e Melilli, ed in fanghi della zona industriale senza pregiudicare l’ambiente.

Le verifiche dei consulenti

Le prime verifiche sono state eseguite nell’Ias, poi è toccato alla Sonatrach, la seconda raffineria del Petrolchimico dopo la Isab Lukoil, e nella giornata di ieri allo stabilimento Versalis.  Sotto osservazione, c’è il percorso dei fanghi che da ciascuna azienda del Petrolchimico arrivano nel depuratore di Priolo.

Le vasche di trattamento

In merito al funzionamento dell’Ias, il passaggio chiave è il funzionamento delle singole vasche di trattamento, in particolare quella centrale dove va abbattuto il carico inquinante proveniente soprattutto della imprese del Petrolchimico.

Salva Ias

Si temeva la chiusura del depuratore, dopo che l’amministratore giudiziario aveva sollecitato le aziende a sospendere il conferimento dei fanghi. Nelle settimane scorse, però, il Governo nazionale ha firmato il Dpcm che di fatto blinda il depuratore Ias di Priolo

La questione del depuratore Ias

Nel provvedimento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è dichiarato lo stabilimento Isab Lukoil sito strategico di interesse nazionale ed in questa porzione ricade anche il depuratore, che tratta i reflui dei Comuni di Priolo e Melilli e soprattutto i fanghi delle imprese delle zona industriale, “riconosciuto quale infrastruttura necessaria ad assicurare la continuità produttiva dello stabilimento” si legge nel provvedimento