La Procura di Pisa ha chiesto il rinvio a giudizio per i cinque indagati a vario titolo nell’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri, il parà siracusano morto nella caserma Gamerra di Pisa il 13 agosto 1999. L’udienza preliminare si svolgerà il prossimo 9 novembre davanti al gup Pietro Murano. Gli indagati sono tre ex caporali – Luigi Zabara, Andrea Antico e Alessandro Panella – accusati di omicidio volontario aggravato da motivi futili e abietti, ma anche Salvatore Romondia, 73 anni, di Pisa, all’epoca aiutante maggiore, e l’ex comandante dell’epoca della Folgore, il generale Enrico Celentano, 76 anni: entrambi sono accusati di favoreggiamento.

Parallelamente a questa vicenda giudiziaria, ce ne è un’altra, quella nelle mani della Procura militare di Roma. A tal proposito, il gup del tribunale militare di Roma  ha ammesso la costituzione di parte civile della madre e del fratello della vittima, Isabella Guarino e Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo) e del ministero della Difesa. Allo stesso tempo, il giudice ha accolto l’istanza della famiglia del parà di citare il ministero della Difesa come responsabile civile. Tra le parti civili, non ci sarà l’associazione “Giustizia per Lele”, costituitasi poco dopo il decesso di Scieri, per cui la Procura militare ha chiesto il rinvio a giudizio  nei confronti di Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara, all’epoca dei fatti caporali, accusati di violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso. L’udienza è stata rinviata al 18 settembre.  Sarà, probabilmente, la Cassazione a decidere a quale delle due Procure toccherà il caso Scieri, a meno che una  decida di fare un passo indietro.

Alessandro Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perchè gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. I tre indagati, si legge nel provvedimento della procura generale militare di Roma (il pg Marco De Paolis, lo scorso autunno, aveva deciso di avocare a sé l’inchiesta), “agendo in concorso tra loro e per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare, cagionavano con crudeltà la morte dell’inferiore in grado Allievo-paracadutista Emanuele Scieri” e ciò con le “aggravanti del grado rivestito, dell’aver agito con crudeltà e profittando dell’orario notturno”, “trasgredendo più volte il Regolamento di disciplina militare che erano tenuti ad osservare”, nonchè “qualificandosi, nei confronti dell’allievo-paracadutista, come suoi superiori in grado, effettivi allo stesso reparto di addestramento reclute ed esercitando, con abuso di autorità e modalità illecite, i doveri del superiore”.