Ad arrestare nei giorni scorsi Antonino Spicuglia, 54 anni, siracusano, è stata la polizia che lo ha trovato in possesso di droga, 7,2 grammi di marijuana  nascosti nel portaoggetti della sua macchina. Oltre a questo, gli agenti hanno rinvenuto nella sua abitazione dei soldi, circa 700 euro, ritenuti il provento di una presunta attività di spaccio, per cui il denaro è stato posto sotto sequestro. Il cinquantaquattrenne, finito ai domiciliari come disposto dai magistrati della Procura di Siracusa, si è presentato al palazzo di giustizia al cospetto del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa. L’uomo, rappresentato dall’avvocato Junio Celesti, ha sostenuto che quella somma in denaro non sia frutto di un traffico di droga e la sua ricostruzione ha convinto il gip, il quale, non solo gli ha restituito i soldi ma anche provveduto alla sua liberazione. Secondo quanto sostenuto dagli agenti delle Volanti, nell’abitazione dell’indagato sarebbe stato trovato dell’altro quantitativo di marijuana, bilancini di precisione e  materiale per il confezionamento.

Qualche giorno fa, nel Siracusano, si è registrato un caso analogo: un uomo, 43 anni, di Francofonte, arrestato per coltivazione di droga in contrada Passo Granato, è  stato scarcerato e, come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale, Carmen Scapellato, sottoposto ai domiciliari. Le indagini  sul conto dell’uomo, difeso dall’avvocato Antonella Schepis, condotte dalla Guardia di finanza di Catania hanno avuto inizio dopo un sopralluogo in quella zona, d’altra parte nell’ultimo mese e mezzo, sono state portate a termine, nell’area nord del Siracusano, alcune operazioni antidroga che hanno permesso di scoprire l’esistenza di diversi campi di coltivazione di marijuana.

All’inizio del mese, i carabinieri hanno arrestato due presunti coltivatori di canapa indiana che avevano realizzato in contrada Pantalone di Sopra, nel territorio di Melilli un piantagione, con 250 esemplari di marijuana, ricavata su un fondo di 200 metri quadrati.  Erano di un’altezza media di un metro mezzo ed erano irrigate grazie ad una pompa a motore legata al torrente Belluzza.