“Fu così che andò via. Sta partendo. Intorno all’anno mille portarono via le spoglie. Oggi è la volta dell’icona del Caravaggio”. E’ il messaggio di Paolo Giansiracusa, professore di storia dell’arte che annuncia la partenza del Seppellimento di Santa Lucia, il capolavoro di Caravaggio custodito a Siracusa, per Roma dove saranno compiute alcune analisi tecniche sul dipinto da parte dell’Istituto centrale del restauro. Ma la successiva tappa sarà Rovereto, sede del Mart, il museo di cui è presidente Vittorio Sgarbi che ha organizzato una mostra dedicata al Caravaggio.

Contro il prestito della tela, si è costituito un Fronte del No, composto da alcune associazioni, che ha mosso delle contestazioni al trasferimento, tra cui il rischio di danni all’opera e la perdita di un bene strategico per la città, in chiave turistica, ma su questo carro sono saliti il sindaco di Siracusa, Francesco Italia e poi l’Arcidiocesi di Siracusa, custode del quadro, di cui, però, è proprietario il Fec,  fondo degli edifici di culto,  costola del ministero dell’Interno. A favore del prestito, c’è certamente lo stesso Fec e poi la Regione che ha dato il suo parere favorevole.

I sostenitori del sì al trasferimento, che annovera l’assessore alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata, mettono sul piatto i vantaggi di questa operazione: la realizzazione di una teca a protezione del quadro, le spese per una verifica sulle condizioni della tela ed uno scambio di opere d’arte ai fini di una mostra a Siracusa sui maestri del Novecento.

“Mi spiace che il prefetto ed altre autorità – dice Paolo Giansiracusa a BlogSicilia – non abbiano ascoltato le voci della città, rappresentate dalle associazioni e dallo stesso sindaco che ha espresso la sua contrarietà al prestito, per non parlare della posizione contraria da parte della Curia. E’ un giorno molto triste non solo per Siracusa ma anche per la Sicilia”.

Le reazioni

“L’epilogo di questa vicenda – sottolinea il parlamentare regionale Giovanni Cafeo – rappresenta in pieno l’dea di gestione dei Beni Culturali del Governo, ovvero totalmente improvvisata”. “Avevamo chiesto chiarimenti – prosegue Cafeo – e soprattutto garanzie per l’opera e per gli accorgimenti di sicurezza che ci avevano promesso, non abbiamo ottenuto nulla ma in compenso per accontentare gli amici si è comunque fatta partire, nonostante la contrarietà espressa chiaramente della città”. “Resta la speranza di rivederla al più presto al suo posto, in Borgata – conclude l’On. Cafeo – ma al momento ci rimane soltanto la triste immagine di un pezzo fondamentale della storia e cultura di Siracusa imballato e caricato su un camion”.

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