“È preoccupante quello che sta succedendo attorno alla zona industriale e assordante il silenzio della politica rispetto a una tematica che i cittadini dei territori ad alto rischio ambientale, come Priolo, Melilli, Augusta, Città Giardino, Floridia e Solarino, vivono, da troppo tempo ormai, sulla propria pelle”.
Lo afferma Tiziano Spada, deputato regionale del Partito democratico in merito all’inchiesta della Procura di Siracusa sul Tas, trattamento acque di scarico, della raffineria Isab Sud per inquinamento ambientale dovuto ai presunti sversamenti illeciti in mare. La società, nella giornata di ieri, ha sostenuto che dagli accertamenti dei periti nominati dal Tribunale non sarebbero emerse compromissioni per l’acqua del mare.
Stop ad inquinamento
“È giunto il momento di dire basta. Non si può continuare – dice il deputato regionale del Pd, Tiziano Spada – a inquinare la nostra aria, il nostro mare, la nostra terra e a mettere seriamente in pericolo la salute dei cittadini senza che nessuno intervenga. Occorre tutelare non solo la salute dei cittadini, ma anche dei lavoratori che operano all’interno degli impianti. Ritengo che il lavoro vada preservato così come anche la salute dei lavoratori, siamo in attesa che il governo regionale potenzi la struttura dell’Arpa che dovrebbe fare i controlli all’interno della zona industriale. Cattivi odori, sfiaccolamenti e persino una pioggia oleosa, soltanto alcuni degli episodi che continuo a denunciare da tempo e per cui ho sempre chiesto interventi e chiarimenti urgenti. E l’ho fatto tramite richieste di audizioni in commissione Ambiente e interrogazioni parlamentari, solo per fare due esempi”.
Il tema della riconversione
Il deputato regionale del Pd non vede altra strada che la riconversione del Petrolchimico di Priolo. In realtà, un primo passo è stato compiuto con l’annuncio da parte dell’Eni della chiusura dell’impianto di cracking della Versalis che sarà sostituito da una bioraffineria per un investimento pari a 900 milioni. Una scelta che, però, preoccupa i sindacati, considerato che gli altri colossi della zona industriale, proprio come Goi Energy, proprietaria delle raffinerie Isab, Sasol e Sonatrach, non hanno previsto, al momento, piani di riconversione energetica, per cui il rischio di uno smantellamento è alto.
“Adesso è il momento di agire, senza più scuse o ritardi, perché – dice Spada – è da trent’anni che si parla di bonifica, eppure nulla si è mosso. La riconversione ecologica e tecnologica del polo petrolchimico è ormai non solo necessaria, ma urgente! È inaccettabile che la sostenibilità ambientale e sociale sia ancora solo un concetto vuoto per tante aziende, e che si continuino a ignorare le legittime richieste della comunità locale. Serve un cambio di passo – conclude – nell’approccio e nella gestione di questi fenomeni”.
Commenta con Facebook