Il gip del Tribunale di Siracusa ha convalidato i fermi eseguiti la settimana scorsa dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa nei confronti di 4 uomini accusati di far parte della cosca Borgata, affiliata al clan Bottaro-Attanasio di Siracusa. Giuseppe Guarino, 41 anni, Steven Curcio, 21 anni, Corrado Piazzese, 46 anni, e Luigi Scollo, 45 anni, resteranno in carcere. 

L’investitura del boss

Secondo quanto emerso nelle indagini della polizia, che si sono avvalse delle dichiarazioni di Luca Costanzo e Claudio Barone, Guarino avrebbe ricevuto l’investitura da parte del boss Alessio Attanasio, attualmente detenuto. All’indomani della sua recente scarcerazione, avrebbe scelto i propri sodali assegnandogli specifici compiti e pretendendo da tutti il riconoscimento del suo ruolo di capo della associazione.

I compiti del reggente

Avrebbe provveduto all’assistenza dei familiari dei detenuti, al pagamento degli stipendi agli affiliati, alla collaborazione con altre organizzazioni criminali, inoltre, dal carcere, avrebbe provveduto a reclutare altre persone appartenenti a cosche diverse.

La droga e le bische

Inoltre, la cosca, secondo gli investigatori, “avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne derivava”, avrebbe gestito “attività illecite tese a rafforzare l’esistenza stessa del gruppo e la sua operatività”, tra cui il traffico di droga e la gestione di bische clandestine.

Le intimidazioni

Nelle motivazioni del gip sulla convalida dei fermi, emergono le intimidazioni del gruppo, tra cui una spedizione punitiva ai danni di un uomo, contro la cui abitazione sono stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco, e poi ai danni di una donna “per ritirarsi dalla partecipazione ad un’asta che riguardava un’abitazione a cui era interessato
un soggetto vicino al clan”.

“Alla luce di quanto esposto circa l’inequivocabile sussistenza delle esigenze cautelari e in relazione alla stabile ed evidente adesione a pieno titolo degli odierni fermati all’associazione mafiosa, si ritiene che debba essere disposta la misura della custodia in carcere, operando la presunzione assoluta dell’adeguatezza della predetta misura cautelare” spiega il gip nelle sue motivazioni.