- Richieste di condanne per i presunti appartenenti del clan mafioso Trigila di Noto
- Le accuse sono di mafia, traffico di droga ed estorsioni
- Intimidita un’azienda impegnati nei lavori sulla Siracusa-Gela
Il pm della Procura distrettuale antimafia di Catania ha chiesto le condanne per i 5 imputati del processo Vecchia maniera su mafia, droga ed estorsioni a Noto.
Le richieste del pm
Al termine della sua requisitoria, il magistrato sollecitato le condanne per Angelo Monaco (12 anni), Elisabetta Di Mari (7 anni), moglie di Monaco, Giuseppe Lao (4 anni ed 8 mesi), Antonino Rubbino (11 anni) e Nunziatina Bianca (4 anni), consorte del boss Antonino “Pinnintula” Trigila. Il collegio difensivo degli imputati è composto dagli avvocati Junio Celesti e Antonino Campisi.
La droga
Una delle voci di bilancio più importanti del gruppo riconducibile al clan Trigola, secondo gli agenti della Squadra mobile che hanno condotto le indagini, erano gli stupefacenti e sarebbero stati due i canali di approvvigionamento: la Calabria, a cui avrebbero pensato gli italiani, e Milano dove la cellula marocchina, con ramificazioni a Novara e Messina, avrebbe avuto pieni poteri, vendendo partite di droghe consistenti agli affiliati della banda.
Le estorsioni
L’altra fonte economica della banda sarebbero state le estorsioni ai danni delle aziende. Una in particolare ha attirato le attenzioni dei magistrati della Dda di Catania: dalle informazioni in possesso agli inquirenti, nella notte tra il 19 ed il 20 maggio del 2017 un gruppo armato composto da Monaco, Lao Rubbino e Crescimone (quest’ultimo sottoposto al giudizio con il rito abbreviato) avrebbe esploso dei colpi di pistola contro i mezzi di un’impresa edile, impegnata nei lavori per la realizzazione dell’autostrada Siracusa-Gela.
La moglie del boss
Il sodalizio si sarebbe servito della forza intimidatoria del clan Trigila ed in un’occasione, nella ricostruzione delle forze dell’ordine, per mettere pressione al titolare di un’azienda agricola di Rosolini, la banda si sarebbe presentata insieme alla moglie del boss, Nunziatina Bianca che ha sempre negato le accuse.
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