Il pm della Procura distrettuale antimafia di Catania, al termine della sua requisitoria, ha chiesto ai giudici della Corte di Appello  di confermare 14 delle 18 condanne in primo grado nei confronti degli imputati nell’ambito del processo Bronx con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

La  banda, da quanto emerso nell’inchiesta della Dda di Catania, avrebbe avuto il controllo del loro territorio, nel rione del Bronx, nella zona di Bosco Minniti, a nord di Siracusa, grazie all’uso di alcune vedette che segnalavano l’arrivo delle forze dell’ordine. Non c’erano solo dei guardiani posti in cima alle palazzine che comunicavano con fischi o segni convenzionali, evitando di non fare troppo rumore. Alcuni degli imputati, come svelato dalle forze dell’ordine, avrebbero avuto l’incarico di girare con gli scooter lungo il perimetro del Bronx per intercettare le auto delle forze dell’ordine o mezzi sospetti. Era difficile entrare nel loro quartiere senza essere notati, per cui i carabinieri hanno usato la tecnologia per provare a scardinare questo efficiente sistema difensivo. Sono state montate delle telecamere in punti strategici anche a notevole distanza dalle zone di spaccio ed i filmati hanno consentito di comprendere in che modo la banda si era strutturata. Per gli inquirenti, il personaggio di spicco sarebbe Francesco “Cesco” Capodieci, d’altra parte è colui che ha rimediato la condanna più pesante, ma avrebbe avuto attorno a se dei collaboratori fidati, tra cui Riccardo Di Falco, Giancarlo De Benedictis e Salvatore Aimone. Questi 4, in effetti, sfuggirono alla retata dei carabinieri del comando provinciale che li trovarono nei giorni successivi in un casolare nel territorio di Canicattini. La loro presenza, probabilmente non sarebbe passata inosservata e così i militari, dopo una soffiata, li rintracciarono nella stessa abitazione.

Queste le condanne in primo grado emesse dal gip di Catania, Simona Ragazzi

Francesco Capodieci, 23 anni ed 8 mesi; Riccardo Di Falco, 23 anni e 6 mesi; Giancarlo De Benedictis, 22 anni e 4 mesi; Ignazio Maltese, 10 anni e 4 mesi; Salvatore Aimone, Christian Lanteri, Giuseppe Lauretta e Giulio Spicuglia, 14 anni e 10 mesi; Carmelo Bianca, Salvatore Grancagnolo, Giampaolo Mazzeo, Carmelo Rendis, 9 anni; Emanuele Gallaro e Mattia Greco, 4 anni. Nei confronti di Salvatore Aparo, Carmelo Di Natale, Simone Di Stefano, e Corrado Rizza, condannati in primo grado a 9 anni, il pm ha ridotto la richiesta a 7 anni e 4 mesi. La ragione consiste nella loro confessione, anche se anche gli altri avrebbero ammesso più o meno le responsabilità, e nel fatto che sono incensurati. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sebastiano Troia, Matilde Lipari, Giorgio D’Angelo, Domenico Mignosa, Antonio Lo Iacono, Martino Modica, Concetta Gallo, Giambattista Zatti, Junio Celesti, Giambattista Rizza, Emanuele Gionfriddo e Claudia Maria Russo.

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