Sono stati respinti dai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa i ricorsi di 4 aziende agricole e zootecniche, situate a Carlentini, nel Siracusano, raggiunte nel febbraio scorso dalle interdittive antimafia firmate dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto. Poco dopo il provvedimento, i legali si erano rivolti al Tar di Catania con la richiesta di sospensione che avevano bocciato l’istanza.
L’inchiesta Terre Emerse
Le interdittive sono il frutto dell’inchiesta della Procura di Siracusa, denominata Terre Emerse, conclusa nell’ottobre del 2015 con 11 arresti, in merito ad un’acquisizione illecita di terreni del valore di circa 3 milioni di euro, entrati nella disponibilità di un gruppo familiare, capeggiato da Antonino Carcione, residente a Carlentini.
Danneggiamenti ed intimidazioni
Alcune delle proprietà, nella tesi dell’accusa, sarebbero state prelevate con intimidazioni e danneggiamenti, inoltre il nucleo familiare, , con la complicità di ispettori dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, avrebbe conseguito erogazioni pubbliche per oltre 200 mila euro.
Il provvedimento del Cga
Nel provvedimento il giudice del Cga “ha posto l’accento sul grave fenomeno di una organizzazione criminale – spiega il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto – complessa ed articolata – operante anche e soprattutto mediante i singoli componenti di gruppi familiari, sistematicamente “utilizzati” per realizzare interposizioni fittizie nei diritti di proprietà – la cui attività appare diretta alla illecita acquisizione di terreni (mediante atti estorsivi e/o fraudolenti) al fine di ottenere, parimenti illecitamente, contributi”.
La condanna del notaio
Per gli inquirenti, il gruppo, ai fini dell’acquisizione dei terreni, si sarebbe rivolto ad un notaio, l’ex deputato regionale siciliano, Giambattista Coltraro, recentemente condannato a 6 anni e 5 mesi in primo grado.
Il prefetto
“Una decisione importante – dice il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto – che va a corroborare l’impegno della Prefettura e delle Forze di polizia nell’azione di prevenzione delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale che, in piena sinergia con l’Autorità giudiziaria, è volta ad impedire ad aziende permeabili alla criminalità organizzata mafiosa di dirottare in favore di questa le risorse finanziarie destinate ad un settore nevralgico, quale quello agro-alimentare; oltre che di continuare ad acquisire fraudolentemente il “possesso” di terreni, persino demaniali, per il conseguimento di altre utilità derivanti dalla spinta verso la green economy”.
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