Resterà chiuso per l’intera giornata di oggi il palazzo di giustizia di Siracusa per gli interventi di sanificazione. Lo ha disposto il presidente del tribunale facente funzioni Antonio Alì dopo la notizia della positività al Coronavirus di un magistrato in servizio alla Procura di Siracusa che al momento si trova in quarantena. Precedentemente alla decisione del presidente del Tribunale di Siracusa, il Procuratore Sabrina Gambino aveva già disposto la chiusura del quarto e del quinto piano dove si trovano gli uffici giudiziari.
Antonio Ali ha inviato la comunicazione a tutto il personale amministrativo e giudiziario, all’istituto di vigilanza, al prefetto di Siracusa, al presidente della Corte di appello di Catania ed alla direzione dell’Asp di Siracusa.
Frattanto, l’autorità sanitaria sta compiendo delle verifiche per conoscere in che modo il magistrato della Procura di Siracusa ha contratto il coronavirus. E così si sta provando a ricostruire la rete dei contatti avuta dal pm di Siracusa, tra cui parenti, amici, colleghi e personale del palazzo di giustizia.
“Tamponi a tutti i dipendenti del Palazzo di Giustizia e chiusura dei locali fino al termine della completa e totale sanificazione degli stessi.” Lo chiedono il segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, è il segretario generale della FP Cisl territoriale, Daniele Passanisi, dopo la conferma sulla positività al Covid di
uno dei magistrati in servizio alla Procura della Repubblica di viale Santa Panagia.
“Tempestiva la decisione del presidente del tribunale di chiudere l’intero palazzo di giustizia per oggi – hanno aggiunto i due segretari – Riteniamo che la sola sanificazione non possa essere sufficiente a riportare la serenità tra tutti i dipendenti, non soltanto tra quelli del quarto e del quinto piano. Il magistrato in questione è stato regolarmente al lavoro, anche in udienza, fino a venerdì scorso. Appare necessario, a tutela di tutti gli operatori della giustizia, avviare la procedura urgente per effettuare il tampone ad ognuno di loro. Al di là di quanto previsto dal protocollo in ordine ai singoli contatti più vicini al soggetto in questione, riteniamo imprescindibile il controllo
su tutti i dipendenti del Palazzo di Giustizia. In questo momento di emergenza – concludono Carasi e Passanisi – bisogna adoperarsi in ogni modo per tutelare la salute dei lavoratori e, quindi, delle rispettive famiglie.”
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