Hanno dato esito negativo i tamponi ed i test sierologici eseguiti sui sette migranti sbarcati a bordo di una piccola imbarcazione di 6 metri sulle coste di Portopalo, nel Siracusano. Come disposto dalla Prefettura di Siracusa, al termine di un vertice con le forze dell’ordine, gli stranieri sono stati accompagnati in un centro della provincia di Siracusa per osservare il periodo della quarantena. In merito allo sbarco, le indagini non sono affatto chiuse, in quanto gli inquirenti intendono scoprire la rotta della barca e verificare se è stata  scortata al limite delle acque territoriali italiane da una nave madre.

Ieri, un assessore comunale di Portopalo, a proposito dello sbarco, ha sollevato il problema della sicurezza ma lo aveva fatto, in modo stentoreo, poco prima lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci, chiamando in causa il Governo nazionale. “Al capo del Viminale – rivela il governatore – ho denunciato, ancora una volta, la insostenibile situazione nell’Isola e la preoccupazione dei sindaci e delle comunità locali la cui esasperazione rischia di creare, specie in alcune zone, tensione e allarme sociale. Ho ricevuto precise garanzie sulla presenza di navi-quarantena lungo le coste siciliane e in prossimità dell’isola di Lampedusa, oltre la presenza di contingenti militari da affiancare alle poche e stremate unità delle forze dell’ordine per evitare il ripetersi di fughe dai Centri di accoglienza. Ormai appare chiaro come in Sicilia la questione migranti sia diventata anche una questione di ordine pubblico e di salute che non può più essere sottovalutata”.

“Entro pochi giorni sarà garantito l’invio nelle acque della Sicilia di una capiente nave-passeggeri da riservare ai migranti e il ricorso a contingenti delle forze armate, da destinare alle aree più sensibili”. E’ stata la risposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nel corso di un colloquio telefonico con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

 

 

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