“Una persona perbene, un grande sportivo, amante dell’ambiente e del mare”. Così  ricorda Paolo Rossi il personale dell’Area marina protetta Plemmirio nei cui fondali si immerse il grande campione nell’estate del 2009. Nell’ultimo week end di giugno di quell’anno, il campione volle tuffarsi nelle acque della riserva marina siracusana.

“Fondali veramente incredibili – disse Paolo Rossi dopo l’immersione nelle acque del Plemmirio – qui ho trovato un Mediterraneo d’altri tempi”. Insieme al campione del mondo del 1982 e pallone d’oro, c’era l’allora direttore dell’Area marina protetta del Plemmirio, Enzo Incontro, e l’ex presidente, Sebastiano Romano (nella foto insieme a Paolo Rossi), che accompagnarono l’ex calciatore della Juventus nelle acque siracusane per far conoscere quei fondali.

Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi,  dopo avere già dato la triste notizia della scomparsa sui social, ha anche raccontato gli ultimi momenti del marito.

«Nel momento in cui stava morendo e non se ne voleva andare, io l’ho abbracciato forte e gli ho detto Paolo, adesso vai, hai sofferto troppo. Staccati, lascia questo corpo e vai. Io crescerò le bambine e porterò avanti i nostri progetti. Tu hai fatto anche troppo, quindi si è addormentato in quel momento», ha raccontato la giornalista perugina ai colleghi davanti all’obitorio dell’ospedale Le Scotte di Siena.

«Preferisco pensare che sia un arrivederci. Fare a meno di lui è veramente tanto. Ma dovrò farlo, gliel’ho promesso», ha aggiunto la moglie dell’ex attaccante. «Lo riporteremo in Toscana. Faremo la cerimonia e una camera ardente a Vicenza che era la sua città adottiva. Poi lo farò cremare in accordo con il figlio perché me lo voglio tenere sempre vicino».

Nato a Prato il 23 settembre 1956, Rossi, stroncato a 64 anni da un male incurabile, si fece conoscere al grande pubblico con il Vicenza di Fabbri, si consacrò nel Perugia del primo sponsor sulle maglie e divenne ‘Pablitò nell’estate del 1982, due anni dopo il suo passaggio alla Juventus. Non fu facile per la punta toscana tornare a calcare i campi, dopo aver perso l’Europeo casalingo del 1980 per una squalifica di due anni a causa di una presunta combine di Avellino-Perugia, match in cui peraltro segnò una doppietta. Rossi tornò giusto in tempo per togliere il posto al romanista Roberto Pruzzo, che finì la stagione da capocannoniere, e per prendere per mano la Nazionale di Enzo Bearzot ai Mondiali di ‘Spagna 1982’. Dopo una prima fase non certo esaltante, Rossi si trasformò come per magia in Pablito, realizzando tre reti al Brasile dei fenomeni Zico e Falcao, due in semifinale alla Polonia di Boniek e uno, il primo, nel match per il titolo al ‘Santiago Bernabeù di Madrid con la Germania Ovest di Rummenigge, vinto dagli azzurri per 3-1 sotto gli occhi felici del presidente della Repubblica Sandro Pertini.