“Niente serate in compagnia, niente bagordi, niente eccessi di alcun tipo, niente amici che lo hanno abbandonato a terra e che sono fuggiti per paura della polizia”.

La ricostruzione del padre di Francesco

Lo afferma, in una lettera aperta, l’avvocato Luigi Caruso Verso, figlio di Francesco, il 39enne di Pachino, deceduto sabato notte, dopo aver avvertito un malore mentre era in auto in compagnia di altre due persone, coinvolte, insieme alla vittima, dell’organizzazione a Pachino dell’anniversario dello sbarco degli Alleati in Sicilia. Una presa di posizione quella del legale, ex senatore e noto penalista, per spegnere delle voci infondate sulla serata trascorsa dal figlio.

“Chi era mio figlio”

“Francesco era assolutamente lontano da alcol e droghe, come sa bene chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo, soffriva, però, di disturbi del ritmo cardiaco e di un inguaribile altruismo” racconta l’avvocato Caruso Verso provando a rendere chiaro il profilo del figlio

“Nel tardo pomeriggio di sabato 8 luglio, benché si sentisse stanco ed avesse avuto il giorno prima un lieve malore mentre si trovava dal barbiere, aveva accettato l’invito dell’ing. Sebastiano Minardi, docente presso l’istituto “Paolo Calleri” ed organizzatore delle celebrazioni dell’anniversario dello sbarco” scrive il legale.

In auto in 3

“In auto erano in tre, dato che c’era anche la signora Michela Cella, presidente dell’ANPI di Novara, scesa a Pachino per l’ottantesimo anniversario dello sbarco e che aveva espresso il desiderio di visitare i luoghi più significativi” prosegue l’avvocato Luigi Caruso Verso.

Gli ultimi tragici momenti

Il racconto del legale prosegue fino al tragico epilogo che ha stroncato la vita del figlio. “Mentre tornavano verso il centro della cittadina, il prof. Minardi e la signora Cella sentivano un rantolo, si giravano e vedevano mio figlio riverso sul sedile posteriore in preda alle convulsioni. Pensano ad un crisi epilettica ( purtroppo era un arresto cardiaco ) e, alle 20.23 la signora Cella, che ha accento piemontese ( ecco qui i turisti…), chiama il 118.

“La telefonata dura 2 minuti e 57 secondi. Arrivano i soccorsi, arrivo io, arrivano il fratello ed i cugini, inizia una lunga attività di rianimazione, ma il cuore di Francesco si era fermato per sempre qualche minuto prima delle 20.23” conclude il legale.