Al processo d’appello per la morte di Emanuele Scieri, avvenuta il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, la procura generale ha chiesto la condanna a 26 anni, ridotti per il rito abbreviato a 17 anni e 6 mesi per il sottufficiale dell’Esercito Andrea Antico, accusato di omicidio volontario aggravato.

L’ex commilitone della vittima era stato assolto in primo grado, nel novembre 2021, dal gup. Il pg Luigi Bocciolini ha rinunciato invece all’appello per gli altri due imputati, l’ex comandante della Folgore Enrico Celentano e Salvatore Romondia, accusati di favoreggiamento: avrebbe dovuto coltivare l’impugnazione per un reato ormai prescritto. Prossima udienza il 29 novembre.

Sentenza attesa per la prossima udienza

La procura generale aveva chiesto anche la rinnovazione dell’istruttoria con l’ammissione di nuovi testi, ma la richiesta è stata respinta dalla corte. Con la rinuncia della procura generale al ricorso nei confronti dell’ex comandante della Folgore, Angelo Celentano, e dell’ex ufficiale Salvatore Romondia, entrambi accusati e assolti del reato di favoreggiamento, entrambi escono definitivamente dal processo. La sentenza è attesa per la prossima udienza.

In primo grado condannati due ex caporali della Folgore

Per la morte di Scieri in primo grado, lo scorso 13 luglio, sono stati condannati altri due ex caporali della Folgore che avevano scelto il rito ordinario: Alessandro Panella, a cui sono stai inflitti 26 anni di carcere, e Luigi Zabara, che ha avuto una pena a 18 anni di reclusione.

Il verdetto sarebbe dovuto arrivare il 14 giugno scorso ma, a sorpresa, dopo più di sei ore di Camera di Consiglio, la Corte d’Assise aveva chiesto di sentire tre donne che, nel 1999, erano state inserite nella lista testi del pm che aveva condotto la prima inchiesta sulla morte del parà. La testimonianza delle tre donne era stata ritenuta necessaria perché proprio in quei giorni di 24 anni fa frequentavano i caporali accusati dell’omicidio.

Scieri trovato morto in caserma nel 1999

Emanuele Scieri, 26enne parà siracusano della Folgore fu trovato morto il 16 agosto del 1999, nella caserma Gamerra di Pisa. Il caso era stato riaperto nel 2018 dalla Procura di Pisa dopo che già la commissione parlamentare d’inchiesta aveva concluso che Scieri non si era suicidato.

La ricostruzione

Secondo l’accusa, Zabara e Panella, assieme ad Andrea Antico (assolto nel novembre 2021 con rito abbreviato), nella sera del 13 agosto 1999 avrebbero obbligato Emanuele Scieri a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute, dopo averlo picchiato e fatto spogliare. Il giovane sarebbe poi precipitato cercando di fuggire mentre qualcuno dei commilitoni faceva pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Secondo l’accusa la morte di Scieri si sarebbe potuta evitare se i caporali, subito dopo la sua caduta, non fossero fuggiti.

Omicidio volontario

Il suo corpo sotto un tavolo fu poi ritrovato il 16 agosto. Da qui la contestazione di omicidio volontario. Secondo la Procura di Pisa, nella caserma Gamerra c’era un clima di nonnismo di cui erano a conoscenza anche i vertici accusati di aver coperto il fatto. Imputati per favoreggiamento erano l’ex maggiore Salvatore Romondia e l’ex generale Enrico Celentano, entrambi assolti assieme ad Antico con rito abbreviato. Contro questa sentenza di assoluzione la procura di Pisa ha già fatto appello: la trattazione sarà in forma orale e si terrà l’11 ottobre.

Risarcimento

La Corte d’Assise di Pisa, oltre agli imputati Alessandro Panella e Luigi Zabara, ha condannato anche
il ministero della Difesa al risarcimento dei danni alle parti civili, fissato in 200mila euro di provvisionale per la madre di Emanuele, Isabella Guarino, e 150mila euro per il fratello Francesco Scieri. La Corte d’Assise ha inoltre condannato, in solido tra loro, Panella e Zabara, al risarcimento dei danni in favore del ministero della Difesa, che nel processo si è costituito parte civile, per 80mila euro.