- La Corte di Cassazione ha deciso che il processo si celebrerà presso il Tribunale ordinario di Pisa
- A giudizio ci sono 5 imputati, accusati di omicidio volontario
- L’altro filone giudiziario era in mano alla Procura militare di Roma
Sarà la magistratura ordinaria ad occuparsi del processo per l’omicidio di Emanuele Scieri, il parà ucciso a Pisa il 13 settembre 1999.
La Corte di Cassazione
Lo ha deciso la prima sezione penale della Corte di Cassazione, risolvendo così il conflitto di giurisdizione insorto tra il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale militare di Roma e il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa. La Corte ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario, disponendo la trasmissione degli atti al Gip del Tribunale di Pisa presso cui, il 29 marzo, è prevista l’udienza preliminare.
Omicidio volontario
Una vicenda per la quale sono indagati per omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi i tre ex caporali della Folgore Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico e i due ex ufficiali, accusati di favoreggiamento, Enrico Celentano, all’epoca dei fatti comandante dei paracadutisti, e Salvatore Romondia. Per gli stessi fatti è in corso l’udienza preliminare anche presso il gup del Tribunale militare di Roma. Il reato contestato dal procuratore generale militare Marco De Paolis ai soli Panella, Zabara e Antico è quello di “Violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso”. Inevitabile il conflitto di giurisdizione tra i due uffici giudiziari, risolto oggi dalla Cassazione in favore del magistrato ordinario.
La svolta nel 2017
La Procura toscana, nel 2017, ha riaperto l’inchiesta sul decesso di Scieri. Gli inquirenti decisero di riaprire il caso dopo i nuovi elementi scoperti dalla commissione parlamentare d’inchiesta che, ricostruendo le ultime ore di vita del siracusano, fecero emergere incongruenze e responsabilità all’interno della caserma.
Salma riesumata
Nel maggio del 2019, la salma di Emanuele Scieri era stata riesumata dopo la riapertura del caso. All’Istituto di medicina legale di Milano, Cristina Cattaneo, direttrice del laboratorio di antropologia e odontologia forense Labanof, alla presenza di Antonella Lazzaro, patologa, nominata dalla famiglia, aveva proceduto ai rilievi fotografici. Venne effettuata anche una tac ed alcuni prelievi.
La famiglia del parà
La decisione della Corte di Cassazione di assegnare il processo alla magistratura ordinaria è un premio agli sforzi fatti dalla procura di Pisa di arrivare finalmente alla verità”. Lo ha detto Francesco Scieri, fratello di Emanuele Scieri. Che aggiunge: “Desidero però ringraziare – ha aggiunto Francesco Scieri – anche la procura generale militare che ha mostrato lo stesso impegno, però riteniamo che Pisa sia la sede più giusta dice celebrare il processo. Credo inoltre che questo pronunciamento sia in qualche modo riparatorio perché permette alla procura pisana di riscattare la prima inchiesta conclusa con un’archiviazione”.
Gli sforzi dei pm pisani
“In questi anni i magistrati pisani – dice Francesco Scieri – hanno dimostrato una maggiore volontà di accertare i fatti rispetto a vent’anni fa. Forse questo è stato possibile anche in virtù dell’esito della commissione parlamentare d’inchiesta o per un generale cambiamento di clima nel Paese. E’ però un fatto oggettivo che la procura oggi ha messo in pratica su questa vicenda una maggiore determinazione per arrivare alla verità”.
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