Il gip del Tribunale di Siracusa ha convalidato il fermo per Salvatore e Manuel Rametta, padre e figlio, 57 e 26 anni, accusati dell’omicidio di Paolo Zuppardo, 48 anni, avvenuto ad Avola, nel Siracusano, nella notte di mercoledì scorsa. Hanno confermato di aver aggredito la vittima, escludendo di aver esploso dei colpi di pistola nonostante la polizia abbia trovato e posto sotto sequestro un’arma nella disponibilità degli indagati.

Tornano in carcere

Al termine degli interrogatori i due,  difesi dall’avvocato Antonino Campisi, sono tornati in carcere ed ora si è in attesa dell’esito dell’autopsia sul corpo senza vita di Zuppardo che, secondo alcune testimonianze, avrebbe incontrato i due aggressori in un bar, presumibilmente per dirimere delle questioni ancora aperte.

I contrasti

Gli agenti del commissariato di polizia di Avola hanno spiegato dopo l’arresto dei due che tra Zuppardo ed i Rametta vi fossero dei contrasti risalenti a due mesi prima ma il nodo sulle modalità dell’omicidio restano, per questo gli inquirenti, coordinati dai magistrati della Procura di Siracusa, hanno raccolto tutti i filmati delle telecamere della zona per ricostruire l’accaduto, dall’inseguimento in auto di Zuppardo fino al suo decesso.

Alcuni testimoni assicurano di aver sentito degli spari

Alcuni testimoni assicurano di aver sentito degli spari, inoltre, secondo una fonte sulla nuca del 48enne sarebbe stata rinvenuta una lesione ma spetterà ai medici legali, che sono due, accertare se è stata causata da un proiettile o da qualcosa altro.

Il profilo di Zuppardo

Zuppardo non era un personaggio sconosciuto alle forze dell’ordine: è rimasto coinvolto in passato in alcune inchieste, tra cui Eclipse con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione aggravata, e minacce aggravate nei confronti del giornalista Paolo Borrometi ed ancora per minacce verbali all’ex sindaco di Avola, oggi parlamentare nazionale Luca Cannata.