• Le rivelazioni di un pentito su un omicidio di mafia del 2002
  • Ai magistrati l’ex boss del Bronx ha detto di aver visto i due imputati
  • Sarà sentito dal gup di Catania nella prossima udienza

Le rivelazioni del nuovo pentito, Francesco “Cesco” Capodieci, si riverberano anche su alcuni delitti a sfondo mafioso su cui ci sono processi in corso.

L’ex boss del Bronx

Il collaboratore di giustizia, che un tempo è stato a capo del rione del Bronx, nella zona nord di Siracusa, ha parlato con i magistrati della Dda di Catania dell’omicidio di  Gaetano Zappulla, ammazzato a colpi di pistola il 3 settembre del 2002 mentre si trovava in una sala giochi, in piazza Adda, a Siracusa. Sotto processo davanti al gup del Tribunale di Catania ci sono Pasqualino Mazzarella e Vito Fiorino, siracusani, con precedenti penali, e proprio su di loro sono piovute le accuse del pentito che, però, dovrà ribadirle in aula nella prossima udienza.

“Ho visto i due imputati”

Capodieci, parlando con i magistrati, avrebbe che si sarebbe trovato quel giorno in una paninoteca, a due passi dalla sala giochi, e di aver visto prima Fiorino, in sella ad uno scooter,  riconosciuto, secondo quanto emergerebbe nella sua deposizione, da un tic nervoso, e successivamente Mazzarella.

Gli altri pentiti

Sono stati gli altri collaboratori di giustizia ad alzare il velo sull’assassinio di Gaetano Zappulla, che, poco prima di quella spedizione punitiva, fu arrestato in quanto accusato dell’omicidio di Gaetano Steven Barbieri, freddato nei primi di luglio del 2002 in via Immordini, durante una partita a calcio balilla. Il Riesame, qualche giorno dopo, dispose la scarcerazione di Zappulla, salvo poi essere ammazzato il mese successivo.

“Il killer era da solo”

La difesa degli imputati, rappresentata dall’avvocato Antonio Lo Iacono, ha, però, due assi nella manica: il primo è la testimonianza di 4 persone, il titolare dell’attività dove è avvenuta l’esecuzione e 3 clienti del locale, che avrebbero visto una sola persona sparare contro la vittima così come avrebbero pure escluso la presenza di un palo, circostanza, invece, riferita dai pentiti.

L’autopsia

L’altra carta della difesa è l’autopsia: il medico legale, sulla scorta delle ferite della vittima, avrebbe definito l’altezza del killer, praticamente identica a quella di Gaetano Zappulla, ben al di sotto del metro ed ottanta centimetri. Un’altezza che sarebbe stata confermata dai testimoni dell’omicidio solo che gli imputati, come indicato dal legale, sono molto più alti: 1 metro ed 84 uno, ed 1 metro e 92 l’altro. I pm di Catania hanno già chiesto al gup la condanna a 30 anni di carcere ciascuno dei due imputati.