Il pm di Siracusa, Gaetano Bono, al termine della requisitoria ha chiesto 7 anni e 6 mesi per Santo Salerno, 24 anni, imputato per omicidio stradale in cui perse la vita il 21 aprile del 2017 Renzo Formosa, 16 anni. Avendo, però, optato per il rito abbreviato, che impone uno “sconto” di pena, la richiesta è scesa a 5 anni mentre la difesa della famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato Gianluca Caruso, si è espressa per il massimo consentito dalla legge, contestando al ventiquattrenne, figlio di un agente della Polizia municipale di Siracusa, l’aggravante della guida in contromano. Secondo la ricostruzione della Procura, Santo Salerno, a bordo di una macchina, una Fiat Panda, avrebbe travolto in via Bartolomeo Cannizzo, il minorenne che era in sella ad uno scooter, morto nelle ore successive in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. La famiglia della vittima aveva anche puntato l’indice contro due agenti della Polizia municipale, accusati di aver favorito Santo Salerno, figlio di un loro collega. Per questo motivo, i due vigili urbani furono iscritti nel registro degli indagati per abuso di ufficio ed omissione di atti d‘ufficio ma dopo la richiesta del pm di Siracusa, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa ha disposto l’archiviazione per i due.
Nello specifico, le contestazioni della famiglia di Renzo Formosa, hanno interessato alcune circostanze, tra cui quella per cui il conducente dell’auto non è stato sottoposto all’esame per accertare se avesse assunto sostanze alcoliche o stupefacenti. Inoltre, i parenti del minore hanno mostrato più di una perplessità sul fatto che, nonostante il mezzo guidato dal ventiquattrenne non avesse copertura assicurativa, allo stesso giovane non è stata sospesa la patente. In riferimento ai test sulla presenza di alcool o di droga nel sangue, il magistrato ha sostenuto nella richiesta di archiviazione che “tale obbligo non esiste”. Inoltre, “l’analisi della norma, pur non priva di profili di ambiguità, lascia intendere che la decisione di sottoporre soggetti coinvolti in incidenti automobilistici da parte della Polizia intervenuta costituisca una facoltà e non un obbligo”. Per la Procura, il mancato ritiro della patente è stato lecito. “Il ritiro della patente – scrive il magistrato nella sua richiesta – presuppone da parte degli agenti operanti una individuazione certa del responsabile dell’incidente, generalmente collegata ad una percezione diretta dell’evento o a una numerosità e convergenza delle testimonianze raccolte tale da non lasciare dubbi sulla ricostruzione dell’evento”.
Il legale dell’imputato, l’avvocato Umberto Di Giovanni, ha chiesto al gup del tribunale il minimo della pena. Nel corso del procedimento, al giovane sono state respinte ben 4 richieste di patteggiamento. La sentenza è prevista nella prossima udienza fissata per il 15 luglio.
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