• Recuperati ordigni bellici e reperti storici nei fondali del Porto grande di Siracusa
  • L’operazione portata a termine dai palombari della Marina militare
  • Le bombe risalgono alla Seconda Guerra Mondiale

I palombari del Gruppo operativo subacquei  della Marina Militare prelevato e neutralizzato 845 pericolosissimi ordigni esplosivi e ritrovato due preziosi reperti archeologici. L’intervento, disposto dalla Prefettura di Siracusa a seguito della segnalazione da parte di un bagnante, ha permesso di distruggere 33 bombe da mortaio, 782 proiettili di piccolo calibro, 22 proiettili di medio calibro e 8 proiettili di grosso calibro, risalenti al Secondo conflitto mondiale.

Fondale pieno di ordigni

La segnalazione riguardava un oggetto cilindrico, lungo più di 50 centimetri, adagiato su un fondale di circa 5 metri a pochissima distanza dalle mura del castello Maniace, all’interno del porto Grande di Siracusa. Durante le operazioni di ricerca, gli operatori subacquei si sono imbattuti in diversi ordigni disseminati sul fondale, fino alla quota di quasi 30 metri.

I reperti

E’ stata individuata la presenza di due preziosi reperti archeologici, riconosciuti, presumibilmente quali anfora tipo Mana C e anfora tipo Late Roman 3. Tali preziosi reperti sono stati segnalati alla Soprintendenza del mare che, vista la consolidata collaborazione con i Palombari della Marina Militare, ha autorizzato il recupero e la custodia.

Bombe in sicurezza

“I militari del Nucleo SDAI di Augusta – fanno sapere dalla Marina militare – hanno rimosso gli ordigni dal fondale e successivamente li hanno trasportati nella zona di sicurezza, individuata dalla competente Autorità Marittima, dove hanno neutralizzato le minacce attraverso le consolidate procedure in uso al Gruppo Operativo Subacquei. Tutte le operazioni sono state svolte nel rispetto e nella salvaguardia dell’ecosistema marino”.

L’appello

“E’ bene ricordare a chiunque dovesse trovare oggetti che per forme e dimensioni possano richiamare un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, denunciando il ritrovamento alla Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei
Carabinieri” spiegano dalla Marina Militare.