Confindustria lancia l’appello alla mobilitazione generale per salvare il Petrolchimico di Siracusa. La zona industriale, secondo il presidente dell’associazione, Diego Bivona, rischia di crollare sotto i colpi del piano per la Transizione energetica che prevede l’addio definitivo al carburante, gasolio e benzina, a partire dal 2035 così come non ci sono aiuti al settore petrolifero nel PNRR.

La chiusura del Petrolchimico, con Lukoil che starebbe meditando di andare via entro i prossimi 2 anni,  avrebbe effetti catastrofici sul piano economico ed occupazionale: qui, infatti, lavorarono circa 7500 persone, tra diretti ed indotto. Il Petrolchimico, inoltre, incide in modo incisivo nel Pil della Sicilia.

Il Patto per la raffinazione

Al Governo nazionale sono stati chiesti interventi, tra cui l’applicazione di una norma esistente, il Patto per la raffinazione che consentirebbe al settore di poter usufruire di risorse, attraverso l’impiego di una parte delle accise  e dell’IVA per investimenti legati ad un piano di abbattimento del Co2.

“Va necessariamente rimodulato – dice il presidente di Confindustria Siracusa – un PNRR che non ha preso in considerazione le imprese energivore o vanno trovati fondi ad hoc: le nostre aziende dovranno farsi carico, con adeguati accompagnamenti,  di trasformazioni epocali per mantenersi in piedi”.

L’appello per la mobilitazione

“A questo punto siamo tutti consapevoli – dice il presidente di Confindustria Siracusa Bivona – la politica, la società civile, le imprese, le associazioni di categoria, il mondo del lavoro e le istituzioni, degli effetti che taluni provvedimenti governativi, conseguenti al conflitto russo-ucraino, arrecheranno al polo energetico tra i più importanti del Paese: vanno prese  subito in considerazione misure straordinarie e risolutive da parte del Governo nazionale, in sintonia con le imprese, per evitare una crisi sociale irreversibile, senza paragoni”.

La vicenda del rigassificatore

Bivona avverte odore di immobilismo come accade negli anni scorsi quando tramontò, proprio a Siracusa, il progetto per la costruzione di un rigassificatore.

“Mi sembra di rivivere il periodo del progetto del rigassificatore  di Ionio Gas che sappiamo tutti come è finito per le fandonie di pochi, nel silenzio del territorio” dice Bivona. “All’epoca era in ballo un investimento che avrebbe dato ulteriore impulso alla nostro polo industriale e che, alla luce dei fatti, oggi sarebbe stato più che mai necessario. Ma oggi è in discussione la vita dell’intero polo industriale e non dobbiamo fare l’errore di lasciare sole le aziende.”

 “È altresì cruciale l’unità dell’Europa nel fronteggiare gli impatti della guerra e delle sanzioni. Come ho già avuto modo di dire in altre sedi, le imprese sono al fianco del Governo e dell’Europa, ma occorre approntare gli strumenti adeguati per far sì che non venga distrutto tutto o in parte il nostro tessuto produttivo.