I carabinieri hanno arrestato un 49enne di Augusta per avere picchiato la sua ex moglie. Secondo quanto emerso nella ricostruzione delle forze dell’ordine, l’uomo si sarebbe intrufolato nella casa della donna, infrangendo il vetro di una finestra perché avrebbe voluto verificare se fosse con un altro uomo.

Il pestaggio

Dopo aver fatto un giro nell’abitazione, scoprendo che non vi fosse nessuno, si è armato di un piccone e con il manico ha colpito l’ex moglie. La donna è stata accompagnata al pronto soccorso dell’Ospedale Muscatello: i medici le hanno riscontrato ecchimosi in varie parti del corpo, un trauma cranico e la rottura di un incisivo.

L’incubo della donna durante il matrimonio

Sono scattate le indagini dei Carabinieri che hanno accertato che la donna, già da diversi anni, anche durante il matrimonio, era oggetto di maltrattamento, fisico e verbale, nonché le sue risorse economiche era sotto il controllo da parte del partner.

Una App per controllarla

Infine, è stato riscontrato che l’ex marito aveva installato nel suo cellulare un’applicazione per monitorarne gli spostamenti, costringendola anche a non disinstallarla e a tenerla sempre attiva. La vittima, per timore, non aveva mai denunciato tali gravi condotte.

Ex marito in carcere

“Tutte le risultanze investigative sono state riferite alla Procura della Repubblica di Siracusa che, dopo averle vagliate, ha chiesto al Tribunale aretuseo una misura cautelare nei confronti dell’uomo, arrestato e condotto nel carcere di Cavadonna.

I protocolli di intervento

Cosa accade quando la polizia riceve una denuncia? “Bisogna vedere – spiega la dirigente dell’Ufficio Upgsp della Questura di Siracusa, Giulia Guarino – quali sono le condizioni di pericolo, in particolare se convive con la persona che è accusata di averla maltrattata: in questo caso, la vittima ha la possibilità di essere collocata in una località protetta in attesa che l’autorità giudiziaria adotti le misure cautelari nei confronti di chi ha praticato violenza”.

La stanza rosa dei carabinieri

Nella caserma dei carabinieri di Siracusa c’è la cosiddetta stanza rosa che accoglie le donne vittime di violenze o maltrattamenti “nella prima fase della denuncia” spiega il tenente Chiara Ricciardi, comandante del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Siracusa.

Nella stanza ci sono anche dei giocattoli, perché, “spesso le donne si presentano accompagnate dai propri figli e questo facilita molto la raccolta delle informazioni”. Inoltre, ci sono stampante e computer  “per evitare che ci si possa spostare in altri ambienti della caserma che potrebbe scoraggiare la stessa vittima”.